Inserito da onair il Dom, 23/11/2008 - 13:31
Cara Valeria
non sono un prof diligente, e forse neanche un prof, a dire il vero, ma sulla comunicazione voglio tenere il punto.
Tanti tipi, di comunicazione appunto, tra noi: se vado fuori dalla porta rossa tagliafuoco alla macchinetta dei caffè selfservice, lo ammetto volentieri, mi aspetto che funzioni - tot soldi tot liquido tot zucchero etc - come quando vengo ad Arcavacata col treno regionale e vado in stazione guardo il display luminoso e ci credo, in(z)omma m'informo velocemente, al momento giusto nel posto giusto.
Anche all'Uni se fossi studente disincantato come molti vorrei che la cadenza lezioni-studio-esami fosse rispettata ugualmente da docenti e discenti, con tempi e modi garantiti dalle leggi dell'efficienza e della funzionalità.
Ma scendendo pe' li rami, siamo a comunicazione, no? e per giunta ad Introduzione all'Emittenza e per giunta alla conclusione della prima tranche cioè quella in cui abbiamo fatto con l'Editor una serie di Meta-lezioni, probabilmente a metà, ma tutte puntate su una specie specialissima di comunicazione: quella che banalmente indichiamo con community e diamo per scontato il tutto.
Per questo giovedì c'era un vuoto, un'assenza alle fatidiche ore 15 della sera, a las tres de la tarde, ma non era un vuoto di docenza ma di ben altro: io dico di cultura della comunicazione condivisa e cooperante.
Piccole spie di un tran tran che vanifica gli sforzi lodevoli che facciamo da tempo per uscire dal pantano della passività, magari mascherata dall'uso di strumenti interattivi ai quali si chiede soltanto di non pensare in proprio, innanzitutto ciò che facciamo nel frattempo.
non sono un prof diligente, e forse neanche un prof, a dire il vero, ma sulla comunicazione voglio tenere il punto.
Tanti tipi, di comunicazione appunto, tra noi: se vado fuori dalla porta rossa tagliafuoco alla macchinetta dei caffè selfservice, lo ammetto volentieri, mi aspetto che funzioni - tot soldi tot liquido tot zucchero etc - come quando vengo ad Arcavacata col treno regionale e vado in stazione guardo il display luminoso e ci credo, in(z)omma m'informo velocemente, al momento giusto nel posto giusto.
Anche all'Uni se fossi studente disincantato come molti vorrei che la cadenza lezioni-studio-esami fosse rispettata ugualmente da docenti e discenti, con tempi e modi garantiti dalle leggi dell'efficienza e della funzionalità.
Ma scendendo pe' li rami, siamo a comunicazione, no? e per giunta ad Introduzione all'Emittenza e per giunta alla conclusione della prima tranche cioè quella in cui abbiamo fatto con l'Editor una serie di Meta-lezioni, probabilmente a metà, ma tutte puntate su una specie specialissima di comunicazione: quella che banalmente indichiamo con community e diamo per scontato il tutto.
Per questo giovedì c'era un vuoto, un'assenza alle fatidiche ore 15 della sera, a las tres de la tarde, ma non era un vuoto di docenza ma di ben altro: io dico di cultura della comunicazione condivisa e cooperante.
Piccole spie di un tran tran che vanifica gli sforzi lodevoli che facciamo da tempo per uscire dal pantano della passività, magari mascherata dall'uso di strumenti interattivi ai quali si chiede soltanto di non pensare in proprio, innanzitutto ciò che facciamo nel frattempo.
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