venerdì 22 febbraio 2008

take five

In girum imus nocte et consumimur igni

Guy Debord rivive a Roma. L'Accademia di Francia dedica una retrospettiva integrale allo scrittore, regista e filosofo francese (1931-1994), fondatore dell'Internazionale Situazionista, gruppo chiave nella rivolta del maggio 1968. Da giovedì 7 a sabato 9 febbraio, verrà proiettata, per la prima volta a Roma, la filmografia integrale di Debord - per anni bandita in Francia per volontà dello stesso autore - da Urla in favore di Sade del 1952, in cui intende segnare la morte del cinema, a In girum imus nocte et consumimur igni del 1978, dove delinea il ritratto d’un uomo che ha sempre tentato di vivere secondo le proprie regole. Venerdì 8 febbraio, invece, la giornata di studi a Villa Medici sarà interamente dedicata alla discussione su Guy Debord e l'impossibile posterità dell'Internazionale situazionista, dove interverrà tra gli altri, Enrico Ghezzi che utilizza il metodo del "détournement", teorizzato dallo stesso Debord, nella trasmissione Blob: si tratta di decontestualizzare la provenienza delle immagini e di inserirla in un nuovo insieme di significati che le attribuisca un nuovo valore. "Nei suoi film, sono tangibili - scrive il curatore della rassegna Fabien Danesi - la passionalità della sua esistenza e le sue teorie, ormai indissociabili dalla sua persona: Debord non è un semplice regista, anzi ha sempre tenuto a sottrarsi alla definizione specialistica. Egli è un rivoluzionario cui le immagini non sono mai state sufficienti: giudicandole invasive, gli contrappone, da stratega, una praxis, un atteggiamento di cui i suoi film rendono perfettamente conto". Per maggiori info: www.villamedici.it

guy+debord+suicida


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nato a Parigi il 28 dicembre 1931 “al calar della notte”, morto suicida a Parigi, il 30 novembre 1994, una specie di stoico del XX secolo, détournement, riappropriazione di frammenti discorsivi di altri autori e loro utilizzo, riconversione anche deformata in altri contesti di significato.
Quest'uomo discreto, schivo, isolato, si svela nei suoi libri autobiografici, Panégyrique (1989) e Questa cattiva reputazione (1993), dove dà qualche scorcio sul suo modo di intendere e interpretare la vita.
Nel 1952, gira la sua prima pellicola: “Hurlements en faveur de "Sade" (Urla in favore di Sade).


La sua vita condotta quasi completamente in una solitudine altera e sdegnosa, la sua rinuncia ad ogni pubblicità che riguardasse la persona o l’opera, la sua morte provano che se Debord è stato lapidario, esclusivo, assoluto nella scrittura, fragile, debole è stato nell’animo, continuamente in pena perché estraneo, in ogni momento, a quanto gli avveniva intorno, diverso da tutto ciò che lo circondava fino a convincersi di essere inutile e sottrarsi al contesto.

La merce, nell'era spettacolarizzata, viene acquistata solo per il suo potenziale simbolico, con l'emarginazione completa del suo valore d'uso. Si tratta di dare sfogo a pseudo-bisogni, di consumare illusioni, all'interno di un consumo alienato che si associa alla separazione dell'operario dal proprio prodotto o dalla propria attività. la merce, oggetto della spettacolarizzazione mediale, acquista una seducente aura apparente e simulacrale che induce al consumo. Un consumo che si ammanta dell'aumento rivestiti di attributi simbolici tanto lucenti quanto illusori, sebbene vissuti come reali. Lo spettacolo, allora, non corrisponde semplicemente al contenuto mediale, ma è una nuova forma di relazione sociale fra gli uomini, che diviene indiretta e filtrata dalle immagini

lunedì 18 febbraio 2008

Karina

esta selva selvaggia e aspra e forte

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
5 esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

A un quarto del cammin

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
5 esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
10 Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,
là dove terminava quella valle
15 che m'avea di paura il cor compunto,
guardai in alto, e vidi le sue spalle
vestite già de' raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle.
Allor fu la paura un poco queta
20 che nel lago del cor m'era durata
la notte ch'i' passai con tanta pieta.
E come quei che con lena affannata
uscito fuor del pelago a la riva
si volge a l'acqua perigliosa e guata,
25 così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.

Mucche pecore e uomini

Iperaudio

N.B.: Consigliamo di salvare questa pagina su disco.

  • I Servizi Vocali presenti su IperAudio sono riservati ai Soci: non per questo pero' occorre necessariamente essere Soci per essere partecipi della nostra proposta culturale ! Lo status di Socio infatti permette di registrare messaggi anche nelle aree pubbliche, e non solo nelle altre caselle vocali personali; d'altra parte, molte aree pubbliche possono essere ascoltate da chiunque, anche non socio.
  • Una volta collegati ad IperAudio vocale, si ascolta il contenuto di un servizio componendone il numero sulla tastiera del telefono. Per ascoltare un altro servizio, non occorre una nuova telefonata ! E' infatti sufficiente interrompere l'ascolto del servizio premendo 0, e tornare all'inizio, continuando con lo 0, finche' non viene chiesto il codice della nuova area che ci interessa.
  • Un'ultima avvertenza: mentre i codici di servizio a 3 cifre possono essere immessi sia all'ingresso in IperAudio, che durante il collegamento, quelli a 5 cifre possono essere immessi solo dopo averne ascoltato uno da 3. Non chiedete perche', ormai e' cosi'....
  • Suddividiamo i codici di servizio nelle categorie:


    I Servizi Autogestiti dai Soci

    I contenuti dei servizi autogestiti sono mantenuti aggiornati dai Soci stessi. La comunicazione telematica e' il mezzo migliore per raggiungere facilmente tutte le persone interessate alle proprie attivita'. In particolare segnaliamo:

    169 - Big Mama
    La programmazione della Casa del Blues a Trastevere !
    132 - Cooperativa Sociale Pandora
    Prevenzione del disagio minorile
    149 - Viviamo i parchi !
    La festa per il verde ai lati della Colombo
    135 - Associazione Culturale Controchiave
    Presentazione dei Corsi e delle Iniziative Pubbliche
    159 - Legambiente Garbatella
    Le iniziative del Circolo di Quartiere
    144 - Luther Blisset Box
    Uno spazio di SchizoAnalisi e riflessione sulla necessita' di avere ancora un nome proprio

    [Sommario]


    l Servizi promossi da IperAudio

    In questa categoria rientrano i servizi che, anche se mantenuti aggiornati grazie all'intervento dei soci, vengono gestiti direttamente da IperAudio.

    _5_ - IperMusic Demo-Line
    Un palcoscenico virtuale per i gruppi ed i musicisti emergenti
    150 - Oggi a Roma
    Segnalazione di Concerti, Spettacoli, Esposizioni... anche segnalate in proprio !
    170 - Segnalazione Eventi
    Per registrare gli annunci degli eventi che saranno ospitati nell'area 150
    162 - Gli attimi Fuggiti
    La vena Poetica dei frequentatori di IperAudio
    179 - La Democrazia Connessa
    Resoconto di un convegno sulla realta' italiana delle reti civiche
    157 - Interviste Automatiche
    Una Collezione di Domande e Risposte. Contiene:
    • _165_ - SOS Sapienza - Per segnalare i disservizi Universitari
    • 80100 - Come si e' svegliato ? Una simpatica intervista sulle nostre abitudini soporose
    • _151_ - Il Tuo Parco Possibile - Vuol partecipare alla progettazione degli spazi di verde?
    • 80163 - Il Sintetizzatore Vocale: Un esilarante esempio di teatro meccanico, con domanda finale.
    • _187_ - Comunicazioni ad IperAudio - Per lasciar dette le vostre impressioni. Dateci dentro !
    • 80040 - Indovinello - Si invita chiunque a proporre indovinelli migliori di quelli attuali....
    139 - Messaggi Personali e Pubblici
    Una raccolta di bacheche vocali. Contiene:
    • 80023 - Mess. da Ospiti a Ospiti - Anche gli Ospiti possono parlare in pubblico... purche' graditi !
    • 80000 - Utente Ospite E' come una casella privata: infatti ci sono le risposte agli Ospiti - ammesso che chiedano!
    • 81153 - Una Serata Dadaista - Un pezzo d'arte On-Line: se quelli di ControChiave fanno sul serio...
    • _163_ - InterBox - I messaggi provenienti da Internet, letti dalla sintesi vocale.
    145 - Messaggi da ospiti a ospiti
    Tracce del passaggio dei nostri Ospiti piu' simpatici. Contiene:
    • 80023 - Mess. da Ospiti a Ospiti - L'album delle firme vocali di chi ci fa visita... Commovente !
    • 81165 - Risposte a Cronache I disservizi universitari segnalati tramite 165 a Cronache dalla Sapienza
    • 80050 - Barzellette - Per registrarne una anche voi premete il 3. Altrimenti non lamentatevi che sono vecchie !
    • 80110 - Come ci Svegliamo - Le risposte all'intervista sui nostri sonni
    • 82151 - Filodiretto Rutelli Interattivo - Le risposte all'intervista sul parco
    185 - Informazioni su IperAudio
    Cos'è IperAudio e come ci si associa - Permette anche di acquisire una Casella Gratuita
    155 - Parliamone
    Un insieme di aree su cui discutere di tutto - Riservata ai Soci
    160 - Mercatino
    Annunci per la compravendita fra abbonati

    [Sommario]


    I Servizi Integrati con Internet
    • I messaggi vocali su IperAudio possono essere anche letti da una voce sintetica, a partire da file di testo giunti ad IperAudio via posta elettonica.
    • E' dunque possibile dare ascoltabilta' anche a notiziari, informazioni e comunicati stampa gia' disponibili in formato testo.
    • I soci, infine, possono usufruire del servizio di lettura nella propria casella vocale della posta elettronica a loro indirizzata.
    • Per maggiori informazioni vai alla pagina del VoiceGate. Qui trovi:
      • _163_ - InterBox che comprende:
      • 80065 - VoiceGate - I messaggi inviati al VoiceGate vengono letti dalla voce sintetica.
      • 80163 - Il Sintetizzatore Vocale: Un esilarante esempio di teatro meccanico, con domanda finale.
      • 90015 - La posta InterNet recitata in Voce - Cos'e' InterNet e come vi si accede senza computer - Grazie a IperAudio!

    [Sommario]


    Per prendere una propria casella vocale
    • La propria casella vocale personale puo' essere ottenuta in modo automatico, mediante l'ascolto del servizio 180.
    • Di fatto, il numero di casella ricevuto costituisce una richiesta di associazione: l'ascolto dei propri messaggi personali verra' infatti pienamente abilitato solo dopo il rilascio ufficiale della qualifica di socio.

    [Sommario]


    Per registrare la segnalazione di un evento
    • Le segnalazioni ascoltabili nell'area 150 - Oggi a Roma possono essere fatte da chiunque mediante l'ascolto dell'area 170 - Segnalazione Eventi.
    • La redazione di IperAudio ascoltera' il messaggio in giornata e, dopo averne verificata l'attendibilita' procedera' a copiarlo nell'area 150, dove potra' essere ascoltato da tutti.

    [Sommario]


    Per registrare un messaggio diretto ad IperAudio
    • La direzione di iperaudio puo' essere contattata a voce mediante un messaggio registrato, lasciato nella casella 187 - Comunicazioni ad IperAudio.
    • E' possibile specificare un numero di telefono a cui si vuole essere richiamati, oppure richiedere una risposta su IperAudio stessa.

    [Sommario]


    Altri servizi

    Riportiamo appresso i codici di quei servizi che non sono piu' mantenuti aggiornati, ma che esistono ancora. Chiunque possa ritenersi interessato al loro aggiornamento.... non ha che da contattarci !

    141 - Musica nei locali
    Le segnalazioni autogestite dai locali della Capitale
    171 - Alpheus
    La programmazione del locale in Via del Commercio
    177 - Palladium
    La programmazione del locale in P.za S.Bartolomeo Romano
    181 - Concerti
    Gli eventi Sonori nella capitale
    182 - Spettacoli
    Eventi e spettacoli a Roma
    161 - Musica a Roma
    Il primo mensile di musica concreta in città a sole 3000 lire ! (Numero in Edicola / Concerto Mensile)
    167 - Radio Città Futura
    Spazio a disposizione della migliore emittente radiofonica romana (97.7 FM) (Palinsesto / Circuito Radiomat / Iniziative)
    88999 - Ossessospiti
    La discarica dove finiscono i messaggi piu' volgari che riceviamo (X-Rated)

    [Sommario]


    Comandi di ascolto e registrazione

    E' vero che e' stato un buon suggerimento quello di salvare la pagina sul disco ? Ecco appresso uno schema dei comandi validi durante la navigazione e l'ascolto di un'area:

    +--------------------------------+
    | Avanti-(1) (2) (3)-Registra |
    | Indietro-(4) (5) (6) |
    | Ripete-(7) (8) (9)-Skip |
    | Help-(*) (0) (#)-Scelta |
    | Elenco | |
    | Smette |
    +--------------------------------+

    Per quanto riguarda la registrazione, un consiglio: dopo aver detto il vostro messaggio, trattenetevi dall'attaccare, come si fa con delle volgari segreterie telefoniche ! Infatti si puo':

    Riascoltare con 2
    Annullare con 0
    Aggiungere un altro messaggio con 4
    Ri-registrare lo stesso con 3
    Rifletterci su' con *
    Approvare il tutto con 1
    [Homepage] [Manuale] [Per contattarci]

    Rutelli interattivo [altri call web]

    Rutelli Interattivo

    • Il Numero dei Verdi
      - Il numero dei verdi / Rutelli Interattivo, 1995, Bulletin Board System vocale e testuale,
      Gruppo Verde Consiglio Comunale di Roma





    • su Iperaudio [www.nexus.it/iperaudio/servizi.htm - 13k - Copia cache - Pagine simili]
      80110 - Come ci Svegliamo - Le risposte all'intervista sui nostri sonni;
      82151 - Filodiretto Rutelli Interattivo - Le risposte all'intervista sul parco
      IperAudio - Servizi Vocali


    • La pratica del callcenter allo stato dei fatti rimane una opzione irrinunciabile in telematica per i servizi e la comunicazione mediata. La integrazione col web e con la concezione altra di redazione onair ne abbatte a priori le sgradevoli connotazioni di una pratica di cui abbiamo tutti diretta esperienza in occidente nei paesi sviluppati, il tutoraggio a distanza dell'interlocutore inerme da curare e soccorrere. Nella computer mediated communication è stata cosa ovvia mettere tra chi invia il messaggio e il suo recettore una griglia di rallentamento, comprensione e rilancio, dato per acquisito il livello della computazione concettuale e considerando pressocchè nullo quello espressivo. A chi sta nei media la cosa appare da tutt'altra parte, davanti allo schermo, trascurando però le possibilità di ragionare dei mezzi, pc e televisione connessi, con l'articolare la complessità che è invece quel che occorre quando si chiama al centro in tanti.

    Un glossario ragionato della terminologia Drupal di Claudio Cicali

    Programmazione 16 commenti Un glossario ragionato della terminologia Drupal di Claudio Cicali

    Credo che ormai tutti abbiano sentito parlare di Drupal, un CMS che sta giorno per giorno guadagnando consensi, tanto da divenire quasi la scelta obbligata (perlomeno come sistema da considerare o confrontare) ogni qualvolta si cerchi un sistema per la gestione dei contenuti.
    I motivi di questo successo sono, a mio parere, i seguenti:
    • enorme (e crescente) base di installato (community di utilizzatori)

    • grande e reattiva community di sviluppatori

    • rilasci frequenti (feature e bug fix)

    • architettura estremamente modulare (un plus per chi ci sviluppa)

    • grande quantità di moduli per qualsiasi esigenza (un plus per chi lo utilizza)

    Tuttavia esistono anche dei problemi; alcuni sono a livello di programmazione del CMS (dove per questo Drupal è meglio definito come un CMF - F per Framework), che qui non ci interessano, mentre il problema che questo articolo vorrebbe tentare di alleviare un po' è quello della terminologia. Una volta deciso che Drupal fa al caso nostro, occorre infatti impratichirsi con una serie di termini dal significato non immediato della "galassia Drupal".

    Questo articolo si rivolge in primis a coloro che hanno provato o stanno provando Drupal e cerca di semplificargli un po' la vita; le prime volte che ho installato Drupal, infatti, ricordo che le maggiori difficoltà le incontravo nel capire bene cosa avevo davanti e come mettere insieme i vari pezzi.

    Chi invece non ha mai provato Drupal ma conosce altri CMS, può forse farsi mentalmente un'idea delle differenze tra questo CMS ed altri che conosce. Nella descrizione dei termini cercherò di entrare sufficientemente nei dettagli cercando di mostrare, per quanto possibile, le loro potenzialità.

    Il nodo

    Il primo oggetto che analizziamo è il nodo, sicuramente il concetto più importante e generico di Drupal. Un nodo è semplicemente sinonimo di "contenuto"; praticamente, esistono eccezioni, qualsiasi contenuto gestito da Drupal è un oggetto di tipo nodo. Ogni nodo ha delle proprietà di base: il titolo, il contenuto, l'autore, la data di creazione ecc.; tramite appositi meccanismi è poi possibilie aggiungere altre proprietà, oltre a quelle presenti per default.


    Caratteristica importante di ogni nodo è che questo ha un tipo. Anche qui niente di particolarmente esotico, esistono tipi "blog", "story", "page", "image", ecc. Ancora una volta, tramite particolari meccanismi è possibile aggiungere tipologie di nodi alla nostra installazione di Drupal.

    Di default, appena installato, Drupal arriva configurato con i nodi di tipo "story" e "page", che solitamente sono utilizzati rispettivamente per le pagine di tipo "notizia" e "pagina statica" (come le classiche 'chi siamo' e 'about').

    Il modulo

    Drupal non è certo famoso per essere un sistema che una volta installato è subito pronto a servire qualsiasi esigenza; una volta installato offre già delle buone funzionalità di base, certo, ma la caratteristica dove invece eccelle è la sua possibilità di essere esteso.

    Il principale meccanismo che permette di aggiungere funzionalità al nostro sito Drupal è il modulo. In altri sistemi lo stesso concetto è implementato tramite i plug in.

    Ogni modulo consiste di uno o più file PHP che, una volta installati, modificano il comportamento di default di Drupal o aggiungono nuovi tipi di nodo, nuove funzionalità o modificano i nodi già presenti. Per come Drupal è stato pensato dall'inizio, non esiste praticamente niente che un modulo aggiuntivo non possa fare.

    Ci sono tre tipologie di moduli in Drupal: i moduli core e non removibili, come dice il nome, arrivano direttamente dalla distribuzione di Drupal, sono attivi per default e non possono essere disabilitati. Poi ci sono quelli core e rimovibili, un set di moduli che arriva direttamente insieme alla distribuzione principale ma possono essere a scelta attivati o disattivati. Infine, la tipologia più interessante, la categoria terze parti ovvero i moduli non presenti nella distribuzione principale, scaricabili direttamente dal sito Drupal, il quale mantiene un repository sempre aggiornato degli stessi.Questi moduli, forniti dalla comunità, sono creabili da chiunque, non certo solo dagli sviluppatori del team di Drupal... Questo è sia un bene che un male: da una parte la quantità di moduli è semplicemente impressionante; dall'altra spesso va un po' a scapito della qualità essendoci moduli che rimangono per sempre in stato "sperimentale", moduli che semplicemente... non funzionano, altri che non supportano la versione di Drupal installata e moduli che condividono totalmente o parzialmente delle funzionalità con altri.

    Il difficile di Drupal sta tutto qui: quali moduli devo usare per implementare le funzionalità che voglio offrire e che magari non ho ancora neanche troppo chiare? Esiste davvero un modulo per qualsiasi problema o finirò con il dovermi scrivere qualcosa io?

    Articoli come questo si fissano l'obiettivo di aiutare un po' in questo difficile compito... Ovviamente non c'è niente che possa sostituire l'esperienza dello sviluppo di altri siti con questo CMS.

    Vista la sua potenza, il sistema dei moduli è anche quello che nel tempo, tra un rilascio ed un altro, viene più spesso modificato: si aggiungono funzionalità si modifica (migliorandolo) il relativo sistema di installazione e disinstallazione, si rifattorizza il layout delle directory, ecc.

    Come effetto collaterale di queste continue modifiche alla gestione dei moduli, si ha che spesso tra una major release all'altra (per esempio dalla corrente versione 5 alla prossima 6) i moduli smettano di funzionare (non tutti, per fortuna!). Gli sviluppatori sono dunque chiamati a effettuare le necessarie modifiche al fine di garantire la compatibilità con la nuova versione. Fortunatamente questo succede regolarmente: il tasso di "mortalità" dei moduli più interessanti è bassissimo.

    La regione

    Con la regione entriamo nel campo relativo a come i contenuti vengono visualizzati.
    Drupal definisce una serie di regioni in cui è suddiviso il layout delle pagine.

    Le regioni di default sono:

    • Barra laterale destra

    • Barra laterale sinistra

    • Contenuto

    • Intestazione

    • Messaggio a pié di pagina

    La loro posizione direi che è abbastanza autoesplicativa.

    È tuttavia possibile creare altre regioni in modo da avere un controllo ancora più fine su come i contenuti appaiono nei nostri template.

    Le regioni sono dunque zone all'interno delle quali Drupal permette di inserire un particolare tipo di contenuto: il blocco.

    Il blocco

    Il blocco in Drupal non è altro che un pezzetto di codice HTML che verrà visualizzato all'interno della regione alla quale verrà collegato (tale operazione viene solitamente effettuata dagli amministratori).

    Questo codice HTML può essere immaginato, nella sua forma più semplice, come un elemento H (il titolo del blocco) seguito da un generico DIV all'interno del quale verrà inserito il contenuto vero e proprio (qualsiasi cosa: liste, immagini, paragrafi, testo, ecc.).

    Esistono fondamentalmente due fonti di blocchi: una sono i moduli, i quali infatti possono esporre dei blocchi di contenuto: pensate per esempio al blocco contenente la form per il login, con username e password; ecco, questo è per l'appunto un blocco esposto dal modulo user. Ogni modulo può esporre quanti blocchi vuole; l'amministratore troverà tutti questi blocchi nella sezione relativa dell'amministrazione del sito; dovrà solo scegliere se attivarli e, nel caso, in quale regione metterli.

    L'altro sistema di creare blocchi è farlo a mano: l'amministratore (o comunque chi ne ha facoltà), ha la possibilità di creare dei blocchi di HTML "statico", dargli un nome e poi ancora una volta attivarli scegliendo la regione. In realtà questa possibilità, volendo, va ben aldilà dell'HTML statico: è infatti possibile inserire all'interno dei blocchi anche del codice PHP ed aver accesso alle variabili globali esposte da Drupal nei propri template. Esistono, nei documenti creati dalla comunità sul sito di Drupal, decine di snippet di codice PHP per aggiungere simpatiche funzionalità semplicemente incollandone il contenuto all'interno di uno di questi blocchi "manuali".

    Anche la visualizzazione dei blocchi può essere personalizzata: è possibile infatti decidere che un certo blocco appaia soltanto su certe pagine, per esempio solo in home page, oppure al contrario non appaia su altre.

    Per ogni pagina che viene visualizzata, esiste una sola istanza di un blocco e dunque questo può "vivere" all'interno di una sola regione. Non è possibile stabilire, per esempio, che lo stesso blocco sia presente sia nella regione Intestazione che nella regione Contenuto.

    Il ruolo

    Il concetto di "ruolo utente" in Drupal è lo stesso condiviso da tanti altri sistemi: è possibile infatti inserire gli utenti all'interno di gruppi (ruoli, appunto). Ad ogni gruppo vengono conferiti particolari diritti relativi a quello che possono fare gli utenti al loro interno. Questi diritti sono anch'essi esposti dai singoli moduli. Appena un nuovo modulo viene attivato sarà compito degli amministratori andare a verificare che questo abbia aggiunto dei particolari diritti e, nel caso, abilitarli (o meno) sui ruoli definiti nel sito.

    A proposito dei ruoli, è bene sapere che:

    • Esiste un unico utente veramente onnipotente, in Drupal (che è il primo utente creato). Non esiste, tuttavia, un gruppo onnipotente. Se serve, è possibile definire un ruolo "amministratore" all'interno del quale saranno attivati tutti i possibili diritti. Comunque non si arriverebbe al totale controllo che si ha lavorando da "utente 1".

    • Un Drupal fresco di installazione avrà predefiniti i ruoli utente registrato e utente anonimo. Questi ruoli sono anche built-in e come tali non possono essere rimossi.

    • Un utente può essere inserito in più gruppi. Un utente che effettua il login andrà sempre a finire nel ruolo utente registrato, ma potrebbe anche essere un Pubblicatore (nome di ruolo che mi sono appena inventato). Questo vuol dire che non è necessario copiare tutti i diritti di utente registrato per il ruolo Pubblicatore. Tali diritti infatti saranno automaticamente ereditati.

    CCK

    Fino a qualche tempo fa uno dei punti deboli di Drupal era che estenderlo con nuovi tipi di documento, voleva dire, troppo spesso, rimboccarsi le maniche e iniziare a scrivere codice PHP e SQL. Per ovviare al problema vide la luce il modulo flexinode, che permetteva anche ai non programmatori di creare, tramite interfaccia di amministrazione del sito, nuovi tipi di documento (una press release, per esempio).

    Successivamente, sempre per lo stesso scopo, vide la luce un altro modulo assai più potente: il CCK (Content Construction Kit).

    I due moduli sono molto diversi nell'approccio: il primo crea proprio dei tipi di documento nuovi, il CCK invece permette di creare dei campi contenuto raggruppando i quali è poi possibile creare nuove tipologie di documento. La cosa interessante è che questi campi nuovi possono essere anche usati per estendere tipi di nodo già esistenti: è possibile, per esempio, aggiungere il campo Fonte, come URL da specificare quando si inserisce un documento di tipo story, che di default non ha quel campo.

    CCK ha, esso stesso, un'architettura modulare: nel repository ufficiale di Drupal, sono disponibili ben 94 moduli aggiuntivi che si basano su CCK per fornire altre funzionalità e nuovi tipi di dato per Drupal.

    Inutile dire che CCK ha ormai completamente reso obsoleto il vecchio flexinode.

    Nelle prossime versioni di Drupal il CCK farà parte del suo "core" e non sarà necessario neanche installarlo.

    La view

    Tramite una view è possibile creare una visualizzazione personalizzata di una lista di documenti. In pratica si tratta di un potente query builder ad uso dei non programmatori. Anche le view vengono fornite da un apposito modulo.

    Traducendo la lista degli esempi dalla pagina del progetto:

    • Ti piace come viene visualizzata la home page (è una lista di nodi), ma la vuoi ordinata in maniera diversa

    • Usi il tracker (lista degli ultimi documenti inseriti) ma vuoi che vengano elencati soltanto i documenti di un certo tipo

    • Ti serve un sistema per visualizzare un blocco con gli ultimi 5 documenti di un certo tipo

    • Ti serve un sistema per visualizzare gli ultimi 5 post non letti del forum

    • Ecc., ecc.

    Il profilo utente

    Quando un utente si registra, i dati che vengono richiesti sono soltanto quelli strettamente indispensabili: username, email e password. Ma come fare se un sito ha bisogno di raccogliere più dati per la profilazione dell'utente (anche soltanto il Nome e Cognome, per esempio, o il Comune di residenza)?

    Questo è appunto il compito dei "profili utente", funzionalità offerta dal modulo Profile (è un modulo "core" e non occorre installarlo).

    Il modulo, oltre a permettere di aggiungere, come il CCK, dei campi addizionali al profilo di un utente, aggiunge anche la possibilità di effettuare ricerche avanzate su questi (per esempio: ricerca tutti gli utenti residenti a Bologna).

    La tassonomia

    Anche questo è un concetto fondamentale in Drupal: tramite le tassonomie è possibile categorizzare i contenuti. Non a caso la traduzione italiana per questa funzionalità (taxonomy, in inglese) è proprio "categorie" (personalmente ritengo comunque che quella sia una traduzione sbagliata o quantomeno fuorviante).

    Il meccanismo è piuttosto semplice, ma su di esso si fondano poi funzionalità (tramite dei moduli aggiungivi) complesse e potentissime.

    Il sistema tassonomico di Drupal si basa su due concetti: i vocabolari e i termini ad essi associati. Un esempio chiarirà subito il loro significato.


    Immaginate di aver un sito sul quale gli utenti creano dei documenti di tipo "immagine". Tramite la tassonomia voglio poter catalogare queste immagini in base al loro soggetto principale. Per questo scopo potrei creare un vocabolario che si chiama "Soggetti immagine" e poi inserire al suo interno termini come "Ritratti, Animali, Paesaggi, Natura, Varie". Associerò poi quel vocabolario ai nodi del tipo "immagine". Da quel momento, tutte le volte che un utente caricherà un'immagine, gli sarà richiesto di selezionare il soggetto scegliendolo da una lista predefinita di termini (che sono appunto quelli che sono stati inseriti nel vocabolario).


    Quando si definisce un vocabolario è anche possibile dichiarare che tale dato è obbligatorio o a scelta multipla, oppure che il vocabolario è di tipo "ad albero" - in modo da creare una gerarchia dei termini, o anche che quel vocabolario accetta termini in modo free tagging attivando in pratica un sistema di categoriazzazione a tag con tanto di autocompletamento ajax.


    Una volta che un sito ha definita la propria tassonomia, si avrà automaticamente accesso a tutta una serie di funzionalità, come ad esempio la lista di tutte le immagini che hanno "Animali" come soggetto (compreso RSS), oppure un menu creato in base ad un particolare vocabolario, oppure tramite un modulo aggiuntivo, ecco pronta una tag cloud.


    Concludendo


    I termini che ho qui presentato possono anche essere ritenuti i concetti chiave di Drupal ma tuttavia questo non è e non voleva essere un elenco di tutte le funzionalità del CMS. Probabilmente tale elenco potrebbe essere lo scopo di un altro articolo, da collegare magari all'uscita prossima della versione 6 che nel momento in cui scrivo si trova in fase di Release candidate 1, alla quale seguiranno probabilmente altri due rilasci "RC", prima della versione definitiva.


    Drupal non sarà forse il miglior CMS in circolazione, ma se ha vinto il premio come miglior CMS Open Source del 2007 un motivo ci sarà, e anche più di uno, direi. Da qui il mio consiglio: provatelo e magari usate questo articoletto per orientarvi tra i suoi concetti chiave.


    Pubblicato il 8 Gen 2008
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    Chiacchiere e distintivi

    Inserito da webeditor il Gio, 24/01/2008 - 18:55
    I «CHIACCHIERONI»

    Ci sono, nel nostro paese, i «chiacchieroni» e i lavoratori.
    Il lavoratore si mette subito al lavoro. Ed è nel suo
    lavoro, attraverso e per il lavoro, che riflette, apprende,
    giudica, sente e ama.
    Il «chiacchierone» prima di tutto parla. La superiorità
    che il lavoratore domanda alla sua ingegnosità e alla
    sua tenacia, il chiacchierone pretende di trarla
    dall'abilità che ha di manovrare le parole e di aggiustare
    le norme in un intrico di regole e di teorie di cui egli
    è il sommo sacerdote; è quello che egli chiama pretenziosamente
    la «logica» e la «filosofia».
    Voi imparate ad andare in bicicletta come hanno imparato
    e imparano tutti gli uomini, i «chiacchieroni» vi
    spiegheranno che questo è un errore: non bisogna forse
    prima conoscere le leggi dell' equilibrio e le esigenze della
    meccanica? Essi però non sanno andare in bicicletta!
    Se osassero, vi dimostrerebbero che avete torto a lasciar
    parlare i vostri bebè in modo così poco scientifico
    e vi insegnerebbero, per giorni e giorni, le leggi ineluttabili
    del vero linguaggio.
    Ma i vostri bambini sarebbero muti!
    Questi stessi chiacchieroni ci hanno convinti della
    necessità di iniziare l'espressione scritta dallo studio
    metodico della grammatica e di procedere gradualmente:
    dalla parola alla frase, dalla frase al paragrafo,
    poi al testo completo.
    Essi conoscono la grammatica, ma hanno perso il
    dono dello scritto vivo e suggestivo.
    Ci decantano anche, con un'impudenza che non ha
    riscontro se non nella nostra credulità, la virtù del lavoro
    e il fascino bucolico dei lavori campestri; il loro
    ruolo non è di lavorare ma di parlare. Ed è in una sala
    quieta che essi spiegano con scienza e logica come si lavora
    e quello che ci dicono i solchi tracciati di fresco e
    le file di pioppi piangenti in autunno, le lacrime d'oro
    delle loro foglie oscillanti.
    Ma essi non sanno lavorare!
    74
    »

    il mio allievo lavoratore
    Inserito da webeditor il Gio, 24/01/2008 - 18:56

    lo non ho nulla da dire al mio allievo-lavoratore se
    non le parole indispensabili per dare, al momento giusto,
    i consigli pratici o i gesti attesi e i sentimenti intimi
    che si traducono in un movimento, in uno sguardo o in
    un silenzio.
    Ma il mio uomo crescerà a quella filosofia che è il ri-
    'sultato della scienza, della logica e del lavoro.
    Ed egli sa lavorare!

    ALLINEAMENTO SULLA VITA E IL LAVORO
    «L'insegnamento dei tardivi» dice Dottrens, l'eccellente
    pedagogista svizzero, «ha permesso di perfezionare
    certi metodi pedagogici e, qualche volta, addirittura
    di trasformarli».
    Non si rammenta forse in tutti i trattati d'Educazione
    Nuova che Itard e Seguin fondarono le loro osservazioni
    sui tardivi; che la Montessori e il dottor Decroly si
    occuparono, originalmente, dell'educazione degli anormali
    e che le loro scoperte e il loro materittle che hanno
    senza dubbi contrassegnato la pedagogia internazionale,
    erano da principio destinati a questo grado speciale
    d'insegnamento?

    Dobbiamo compiacerci senza riserve di questa origine
    e di questa tendenza di una parte importante della
    nuova educazione contemporanea?
    Ne abbiamo guadagnato, certamente, l'insegnamento
    su misura, la necessità dell'interesse personale senza
    il quale non vibra alcuna fibra dell'essere amorfo,
    l'individualizzazione dell'insegnamento che permette a
    ogni allievo di dare ciò che può, la materializzazione e
    la sperimentazione che correggono, poco a poco,
    l'intellettualizzazione a oltranza che ci affligge: tutte
    conquiste di cui noi non apprezzeremo mai abbastanza
    la portata nel processo di modernizzazione pedagogico.
    Ma non si correrebbero anche dei gravi pericoli ad
    allinearci così senza riserve, sull'educazione degli anormali,
    e non sarebbe tempo di reagire per realizzare una
    pedagogia più naturale e più umana?
    75
    »

    3 pericoli essenziali
    Inserito da webeditor il Gio, 24/01/2008 - 18:58

    Oggi elencherò tre di questi pericoli essenziali:

    1° La pedagogia degli anormali ci insegna a procedere
    prudentemente, passo passo, nella via della
    comprensione, della acquisizione e dell'azione. Essa dimentica
    che ci sono individui atti a salire le scale quattro
    a quattro e che, d'un balzo, arrivano alla sommità, e
    per i quali è terribilmente snervante e a volte debilitante,
    segnare il passo.

    2° La pedagogia degli anormali ha valorizzato l'insegnamento
    concreto e la sperimentazione, ma anche il
    materiale didattico e i giochi. In questo dominio noi assistiamo
    a un vero regresso che, sotto l'etichetta del progresso,
    limita gli slanci e le audacie.

    3° Il dottor Decroly ha messo in valore la necessità
    dell'osservazione minuziosa, pezzo a pezzo, briciola a
    briciola. Riesce molto bene agli anormali, ma trascura
    completamente quell'altra osservazione che agisce secondo
    altri processi sintetici, per mezzo dei sensi e con
    possibilità talvolta ancora misteriose, quell'osservazione
    che si fa in un lampo, che vede, in un colpo d'occhio,
    ciò che ore di osservazione guidata non saprebbero far
    scoprire.

    Si è detto troppo: «Allineamento sui tardivi!»... Se
    dicessimo: «Allineamento sulla vita e sul lavoro»?

    IL TRE NON VIENE PER FORZA DOPO IL DUE
    Due e due non fanno sempre quattro. Il tre non viene
    per forza dopo il due. Il bambino può benissimo arrivare
    alla sommità della scala senza salire metodicamente
    gradino per gradino; e io sono capace di dirvi,
    senza contarne le teste, se nel mio gregge manca una
    pecora.
    Voi levate le braccia al cielo: tali affermazioni del
    tutto empiriche contraddicono e rovesciano tutta la pedagogia
    matematica, apparentemente scientifica. Che
    avverrà, quando proveremo, coi fatti, che si può imparare
    a leggere senza aver mai studiato gli elementi che
    compongono le parole e le frasi; che certi problemi
    76
    »

    Capaci di stupirvi
    Inserito da webeditor il Gio, 24/01/2008 - 19:00

    complessi sono solubili attraverso vie diverse da quelle
    troppo graduate, previste dai vostri libri; che i nostri
    bambini sono capaci di dipingere un quadro commovente
    senza aver seguito quei corsi che avevano, fino a
    oggi, il monopolio della preparazione all'arte; che sono
    capaci di stupirvi, col loro senso poetico, anche prima
    di conoscere una sola regola di grammatica, d'ortografia
    o di metrica?
    Se questo è vero, ed è vero, è perché esistono, per la
    conoscenza e la cultura, strade diverse da quelle che insegna
    e segue la scuola. All' entrata di queste strade i falsi
    sapienti avevano posto una grande scritta rossa: «Vietato
    ai maestri». Noi abbiamo scostato il cartello ed
    esplorato con successo le strade possibili verso le cime
    agognate.
    Quando eravamo piccoli, la sera sognavamo una
    grande magica scala i cui pioli si susseguivano gli uni
    agli altri fino a giungere al cielo, ed ecco che gli uomini,
    imitando gli uccelli, hanno abbandonato l'ascesa
    metodica per lanciarsi verso l'azzurro
    Anche noi prendiamo lo slancio verso la vita: se il
    bambino si interessa e si appassiona alla propria cultura,
    se «vuole» creare, istruirsi, arricchirsi, vi riuscirà
    forse percorrendo vie illogiche o di contrabbando, ma
    in tempo di primato e con una sicurezza e una pienezza
    che ci sorprenderanno.
    Tutto sta nel ritrovare quello slancio, quella vita,
    quel furore di volere che è pur nella natura del nostro
    essere. Se noi ci riusciremo nelle nostre classi, saranno
    risolti tutti i problemi accessori.
    Potremo allora abbandonare la scala metodica e
    spiccare il volo.
    esercizi per sapere

    DUE E DUE NON FA SEMPRE QUATTRO
    Ai miei tempi due più due faceva quattro; ripetevamo
    cantilenando la lista delle sottoprefetture, recitavamo
    la tavola pitagorica avanti e indietro e affrontavamo
    la strategia delle guerre di Luigi XIV e Napoleone.
    77
    »

    Uccidersi a vicenda
    Inserito da webeditor il Gio, 24/01/2008 - 19:01

    Bando al sentimento, ci dicevano. La scienza è impassibile
    e impersonale; studiatela e sarete uomini.
    Sì, degli uomini che sono andati a uccidersi a vicen-
    da come bestie sulla Marna e sulla linea Maginot e che
    preparano delle nuove Hiroshima.
    Ma ecco: due e due non fa più quattro; le sottoprefet-
    ture sono ormai senza funzione; la macchina calcola
    meglio e più rapidamente dell'uomo in avanti, indietro
    lateralmente; le guerre moderne hanno eclissato gli
    eroi in trine di «Signori inglesi tirate per primi!».
    Oggi la radio non si nutre affatto di problemi matematici
    ma di canzoni, di cori e di musica, e gli uomini
    le donne vanno al cinema per ridere e piangere come
    per dimostrare a loro stessi che al di là della catena mec-
    canica della scuola, dell'ufficio, e dell' officina, essi re-
    stano uomini e donne e non per quello che essi cono-
    scono ma per quello che vivono nella carne, nello spiri-
    to, e nel sangue.
    Senza dubbio essi hanno ragione; la scienza co-
    struisce dei robot che, in quattro e quattr'otto, calcolano
    a una velocità vertiginosa e sono capaci di abbassa-
    re le leve a comando e di seminare la morte al di là dei
    mari. Tuttavia la scienza non è ancora arrivata a realiz-
    zare l'uomo che pensa non per mezzo di fili e ingranag-
    gi, ma col suo essere sensibile che è capace di marcare
    il suo sigillo il destino dei robot.
    Ed è questo essere sensibile che noi dobbiamo edu-
    care non soltanto a creare e ad animare robot ma anche
    l dominarli e ad asservirli, per esaltare gli elementi di
    coscienza e di umanità che sono la grandezza e la ra-
    gion d'essere dell'Uomo.

    FATE SALTARE I RULLI
    Siamo franchi: se si lasciasse ai pedagogisti la cura
    esclusiva di istruire i ragazzi sull'uso della bicicletta
    non avremmo molti ciclisti.
    In effetti bisognerebbe, prima d'inforcare il veloci-
    pede, conoscerlo, dettagliarne i pezzi che lo compongono
    78
    »

    La bicicletta
    Inserito da webeditor il Gio, 24/01/2008 - 19:02

    e aver fatto con successo numerosi esercizi sui principi
    meccanici della trasmissione e dell'equilibrio.
    Dopo, ma soltanto dopo, il bambino sarà autorizzato
    a salire sulla bicicletta. Oh, siate tranquilli! Non lo si
    lancerà sconsideratamente su un percorso difficile dove
    potesse rischiare di ferire i passanti. I pedagogisti
    avranno messo a punto buone biciclette da studio,
    montate su rulli giranti a vuoto sui quali il bambino imparerebbe
    senza rischio a tenersi in sella e a pedalare.
    E solo quando lo scolaro sapesse montare in bicicletta
    lo si lascerebbe andare liberamente sul suo mezzo
    meccanico.
    Fortunatamente i bambini sventano in anticipo i
    progetti troppo prudenti e troppo metodici dei pedagogisti;
    scoprono in un granaio un ferro vecchio senza
    pneumatici né freni e, di nascosto, imparano in pochi
    minuti ad andare in bicicletta come, d'altra parte, imparano
    tutti i bambini senza conoscenza di regole né di
    principi: afferrano la macchina, l'orientano verso la discesa
    e vanno ad atterrare contro una scarpata. Ricominciano
    ostinatamente e, a tempo di primato, sanno
    andare in bicicletta. L'esercizio farà il resto.
    Quando in seguito, per correre meglio, dovranno
    riparare un pneumatico, aggiustare un raggio o rimpiazzare
    la catena. allora vorranno sapere dai compagni,
    dai libri o dal maestro, ciò che voi cercate inutilmente
    di inculcare loro.
    All'origine di ogni conquista c'è, non la conoscenza,
    che non nasce normalmente che in funzione delle necessità
    della vita, ma l'esperienza, l'esercizio e il lavoro.
    Fate dunque saltare i rulli e inforcate la bicicletta!

    LA NOZIONE DI VELOCITÀ
    I maestri sono ancora, nelle loro classi XIX secolo,
    come quei contadini che, cinquant'anni fa, vedevano
    passare sulle strade tranquille dei loro villaggi le prime
    automobili scoppiettanti e impolverate:
    «Che cosa! Andare così in fretta!... come se non ....
    79

    Giovanni Papini, Un uomo finito

    Giovanni Papini, Un uomo finito

    * Tutta la mia vita è fondata su questa fede: ch'io sia un uomo di genio. Ma se invece sbagliassi, se fossi invece un di quei tanti orbi che prendono le reminiscenze per ispirazioni, i desideri per opere, e fossi, in una parola, un imbecille? Cosa ci sarebbe di strano? E' forse la prima volta che un imbecille s'immagina di essere un eroe, che un letterato si crede un poeta e che un idiota si mette i panni del grand'uomo? Non è possibile, mille volte possibile, ch'io non sia altro che un frigido lettore di libri, riscalducciato ogni tanto dai focolari altrui, reso spiritoso dallo spirito degli altri, e che abbia scambiato il sommesso borbottio di un'anima ambiziosa col gorgoglio di una vena pronta a scoppiare e sgorgare, ad abbeverare la terra e a rispecchiare il cielo?

    * Più ci penso e più la cosa mi sembra verosimile e naturale. Chi mi dà il diritto di sperare in me e nel genio? Quel che ho fatto? Ma s'io sono il primo a rinnegarlo e a disprezzarlo! Risciacquature letterarie di tutti i paesi, sfoghi notturni di un farneticante, giochi di destrezza intellettuale... Nulla di più, nulla di meglío! Tutta la fede del mio genio sta nell'aspettativa lunga e inutile di un colpo d'ispirazione travolgente e trionfante, sta in questa mia irrequietezza perpetua che di nulla si contenta e di tutto ha schifo, fuor che di un mondo celestiale e platonico che a momenti mi par d'intravedere tra le nuvole del mondo vero; sta in quelle illuminazioni via subito volanti; in quelle tenui mosse liriche, in quelle rapide immagini tramutantesi subito in frasi felici che spesso mi passan per l'anima quando penso senza guardare, quando traverso di sera i miei ponti, tra il fiume e il cielo tutti tremanti di luce.

    * Ma questo che prova? Il malcontento è cosi spesso una scusa della più clorotica debolezza! L'ambizione della gloria è talmente comune anche nelle anime più indigenti! E tutti quei brevi sogni fantastici non arrivano a esser la ventata uraganesca che spazza il mondo e solleva gli uomini verso gli angeli e le stelle; tutte quelle impressioni slegate, quelle ídeine scompagnate, quegli zampilli ricacciati subito in basso, quei corti spunti, quelle espressioncelle che non riescono a organarsi, a fondersi in un capolavoro, in un'opera piena e compiuta, non contano nulla.

    * Ci vuole ben altro per avere il diritto di dar del tu ai sovrani creatori e di salire sulla torre per sputare o piangere sulla processione dei pettoruti soddisfatti. Le fuggenti scintille, i fochi fatui, le fosforescenze ingannevoli, i bagliori velati, i barlumi lontani, le scintille sorte e spente in un istante non sono la fiamma - son promesse, tentazioni lusinghe, son l'esca sempre rinata della vanità, sono il conforto estenuante del maledetto infecondo, sono i guizzi dell'agonia di un aborto. Non bisogna sperarci. Meglio sarebbe, anzi, che non ci fosse nulla.

    * Quegli sbuffi di fiacca genialítà sono il marchio di infamia e di tortura dell'uomo di mezzo - di colui che non è bestia perfetta né genio supremo, che non è pianta annosamente vegetante, né anima furiosamente creante né sordo pacco di materia, né colonna di fuoco innanzi ai popoli. Sono il mediocre, l'infame mediocre che odio con tutto l'animo; son quello che non sarà niente mai più, quando il cuore si fermerà e i polmoni si gonfieranno per l'ultima volta.

    * Forse fui qualcosa, tempo fa per qualche momento; forse spesi tutto il genio che mi fu dato in una sola notte, in una sola partita di quel giuoco ch'ío non so. E ora son qua come un ebreo che abbia assaggiato l'uva della terra promessa, in un giorno di affrettata vendemmia e sia rimasto solo e colla bocca secca in mezzo al polveroso deserto - sono come chi sta sospeso tra il cielo e la terra: troppo corpulento per salire alle stelle e troppo etereo per raspare tra la melletta. Sedimenti di cultura, reminiscenze di poeti, brulichio di pensieri fanno di me un uomo inadatto alla solida vita del pratico e del meccanico e non son bastati a rendermi degno di quella di re delle menti.

    * Non avessi almeno provato mai, neppur da lontano, neppur per un attimo, la spasimante gioia della creazione! Oppur fossi nato e rimasto, risolutamente e definitivamente, un dolce imbecille senza coscienza, un modesto cretino senza rimorsi, un buon idiota senza pretese! Invece no. So che sono un imbecille, sento d'essere idiota e ciò mi leva fuori dagli idioti interi e contenti. Son superiore fino al punto di capire che non sono abbastanza superiore e niente più. Forse, coll'andar degli anni, la mia imbecillità sarà più profonda e sarò allora, se non più felice, meno tormentato. E spero di tornare albero o sasso e di giacer finalmente nella beata incoscienza del tutto.

    Maurizio Cattelan

    «Mi vergogno. Non c'è molto da dire. Voi mi premiate, mi concedete questo riconoscimento, e io mi sento un ladro, che vi deruba della vostra fiducia. Eppure, prima che cambiate idea, non posso fare a meno di accettare le vostre lusinghe».
    Così è cominciata la lectio di Maurizio, «scritta di suo pugno» (ovvero da altri), o meglio: «insieme a un amico e rubando qualche frase qua e là».
    «Ho molte ragioni per essere imbarazzato», ha proseguito Maurizio, «a volte credo persino che il mio lavoro incarni alcuni valori dei quali dovremmo essere imbarazzati. Ma l'arte è uno specchio: ci restituisce l'immagine di ciò che siamo, o di ciò che diventeremo». Per concludere: «La vergogna è un sentimento sano e anche ingiustamente disprezzato».

    La malinconia, quella vena un po' drammatica, più spesso tragicomica che caratterizza molte opere di Cattelan e che quasi scompare quando si ha a che fare con l'eterno ragazzo in carne ed ossa – sempre pronto a ridere e fare festa, come ha dimostrato anche nei goliardici festeggiamenti con cui gli studenti di Trento hanno accolto la sua laurea – ma che riemerge nelle irrinunciabili fughe, nei mascheramenti con i quali si sottrae a interviste e contatti che risultino, sia pure da lontano, “professionali”, affiora da queste parole.
    Fino ad esplodere in un crescendo depressivo:
    «Io, senza gli altri, non sono nessuno. Sono davvero vuoto».

    Leopardi di Alfredo

    Leggiamo un altro passo dello Zibaldone, del 1828, decisivo
    per capire come stanno veramente le cose: «All' uomo
    sensibile e immaginoso, che viva, come io sono
    vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando,
    il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli
    vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli
    orecchi un suono d'una campana; e nel tempo stesso col-
    l'immaginazione vedrà un'altra torre, un'altra campagna,
    udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti
    sta tutto il bello e il piacevole delle cose». Ecco il punto
    perfettamente proustiano intorno al quale ruota l'intero
    sistema del nostro grandissimo Giacomo: tanto la poetica
    e la poesia, quanto la prosa, il sentimento e la filosofia dell'esistenza.
    Raddoppiare l'esperienza non è unicamente
    ricordare, sovrapporre involontariamente una sensazione
    o un'immagine passate a una sensazione o immagine pre-
    senti; è anche rovesciare il presente su se stesso e percepirne
    il fantasma, quella materialità dolorosa che sta passando,
    che si distrugge nell'atto di formarsi, e il cui passare
    passato sarà forse misteriosamente recuperabile in un
    altro futuro momento sfuggente.
    Il raddoppio può prendere la figura della proiezione e
    dello sdoppiamento (sarà Silvia-Leopardi, sarà la morte
    bella fanciulla e la morte sanguinaria di Amore e morte),
    la figura dell'anticipazione, dell'illusione tolta e restituita.

    All'orribile contraddizione della Natura, all'essere per la
    morte, all'infelicità dell'esistente nato per la felicità e ingannato
    :fin dalla nascita, Leopardi risponde con la sua
    contraddizione, con la sua eroicomica renitenza. Sciopera
    contro l'Universo (ivi compresa la società e le sue ideologie),
    nientemeno, perché l'Universo è un bieco, sfruttatore del
    Desiderio umano, un repressore del piacere, un
    inetto e ipocrita persuasore di godimento: infatti non è
    riuscito a far di meglio che confondere l'amore, noi .diremmo
    forse l'orgasmo, con la morte.

    Non sembrerà strano se dico che l'attualità di Leopardi
    confina con l'attualità di Sade: la stessa glacialità implacabile
    e la stessa percezione sfrenata della Natura criminale.
    Ma dove Sade si scatena a secondare voluttuosamente
    (continua) Alfredo Giuliani, Le droghe di Marsiglia, Adelphi

    Media_inadeguati

    wired journalist

    Più presto di quanto ritieni possibile, i publisher indipendenti di tutti i tipi saranno in grado di sfidare i mainstream media, grazie al potere di un chip, che sarà presto disponibile a costi sostenibili.

    In questo scenario sorprendente, i piccoli publisher indipendenti saranno competitivi come e più delle grandi organizzazioni di media publishing, grazie alla loro abilità di focalizzarsi su informazioni specifiche con un alto grado di competenza, all’abilità di personalizzare il contenuto tematico ed al loro talento di comunicatori diretti di marketing.

    In questo articolo, John Blossom rivela uno scenario futuro altamente affascinante per i publisher indipendenti, mostrando dei fattori competitivi ai quali i media publisher non hanno mai pensato nelle loro strategie di marketing.
    "...domani, utenti connessi ai PC e wireless si affideranno ad una tecnologia che permetterà loro di competere con i mainstream publisher su una scala mai raggiunta prima. La loro abilità di riempire il Web di contenuti propri ed altrui supererà addirittura quella degli utenti più tecnici del web odierno."

    Newsmaster, curatori di contenuto, news jockeys, saranno coloro che sfideranno, prima di quanto tu possa pensare le pubblicazioni media, i giornali e i siti web che per troppo tempo hanno portato avanti un approccio alla comunicazione adattato per le corporazioni che regolano i mass media. Dalla comunicazione di massa si sta passando ad una miriade di audience di nicchia, che cercano attivamente, selezionano, aggregano e ri-distribuiscono l’informazione in milioni di nuove combinazioni.

    revenue condivise per gli sviluppatori

    Roma - MySpace è pronta a trasformarsi nella nuova frontiera dei widget da social network. Dal prossimo 5 febbraio, infatti, saranno ufficialmente distribuiti gli strumenti dedicati agli sviluppatori che consentiranno a tutti di produrre applicazioni da integrare sulla rete sociale più trafficata del mondo.

    Le iscrizioni sono già aperte: manca ancora una data precisa per la partenza effettiva del programma, ma dalla prossima settimana gli interessati potranno cominciare a prendere dimestichezza con l'infrastruttura MySpace. Le premesse sembrano essere ottime: secondo le parole del nuovo Chief Operating Officer (COO) appena nominato, il 26enne Amit Kapur, il meccanismo scelto garantirà "privacy, monetizzazione e migrabilità".

    Kapur, senza fare nomi, spiega che assieme ai suoi colleghi ha guardato con attenzione alle peculiarità e ai problemi di Facebook degli altri social network: MySpace non ha voglia di incappare in spiacevoli vicende come quella dei Beacon, vuole garantire il controllo dei dati agli utenti (rispettando gli impegni presi con OpenSocial) ma allo stesso tempo garantire agli sviluppatori di poter interagire al meglio con il database di MySpace per offrire servizi interessanti.

    E per invogliare questi ultimi a produrre in quantità applicazioni di un certo rilievo, MySpace punta a remunerare gli sviluppatori con un meccanismo di revenue condivise: i dettagli su quest'ultimo punto non sono stati chiariti, forse lo saranno martedì prossimo, ma pare proprio che il social network di Rupert Murdoch voglia evitare quella sorta di suk che è sorto attorno ai widget di Facebook.

    MySpace salta per ultima sul treno dell'apertura della piattaforma agli sviluppatori, ma tenta di farlo nel modo migliore. Ormai Facebook ha praticamente raggiunto gli stessi livelli di traffico, almeno secondo ComScore, e il lancio di questa piattaforma segnerà nel bene e nel male il destino di MySpace.

    (luca annunziata)

    Le parole e le altre







    Nella poesia da sempre le parole si mescolano tra di loro e con altri segni. La sfida delle nuove tecnologie della comunicazione consiste nel farsi carico di questi processi e di rilanciarli proprio nel campo condivisibile dei media digitali.

    Con Videor negli anni ottanta si tentava, come spazio di questa elaborazione, la televisione da poeti (videorivista), sfruttando le possibilità del mezzo che permetteva la minimizzazione delle prerogative tecniche specifiche in controtendenza all'utilizzo del video come specifico espressivo (che entra nel dominio della VideoArte). Con videor e la telematica (videor.it 1997-2007) successivamente comiciò il percorso che ci porta sin qui all' Emittenza Telematica, un crossover per entrare nella rete della comunicazione dallo schermo televisivo per finire in Rete (Videor map of Rome).

    Negli ultimi lavori (incontri con Pagliarani Balestrini Giuliani) ritorna la tensione intatta che va dai collages ai nostri mashup attuali del web 2.0 con la georeferenziazione che serve il territorio, dalla crisi della poesia scritta e detta alla rivoluzione digitale dei supporti e dei media, per fornire ad una pratica vitale e intelligente come quella telematica i riferimenti linguistici e tecnologici indispensabili a radicarsi nelle culture native.

    Allo stato dell'arte una strategia di comunicazione della "parola che si confronta e contamina con altro" deve prevedere luoghi cospicui della città come punti d'accesso al flusso interattivo in rete, organizzare il posizionamento in manifestazioni/installazioni/eventi gestite autonomamente da realtà già operanti sui linguaggi in situazioni diverse, con il filo conduttore della parola e del digitale.

    Ai Totem delle Videoinstallazioni associare i mix informativi di Youtube, di Twitter, di Mogulus , coniugandoli con l'open social networking di comunità di sviluppo con le tecnologie di Google e di Drupal. In contesto questo Videor è disponibile a gestire nel progetto una console di connessione come Cabina di Regia delle manifestazioni e del networking (utlizzando uniet gruppo di ricerca tra poesia e ricerca accademica).

    Videor rivista di poesia diretta da Elio Pagliarani edita da La Camera Blue
    Introduzione all'emittente telematica, Università della Calabria


    Mappa della Calabria








    Roma - Chi ha detto che un servizio di mapping georeferenziato non possa essere free? Ben due progetti sono pronti a smentire i più scettici: Open Street Map e Open Aerial Map, che si propongono in veste gratuita e aperta.



    Al pari dei loro equivalenti commercial entrambi impiegano Javascript per visualizzare le mappe e sostituirle con frammenti via via più particolareggiati, man mano che ci si avvicina con lo zoom. La sfida, si legge su Linux.com, è più intrigante per il secondo dei due progetti: mentre per le mappe stradali c'è maggior disponibilità di sorgenti di riferimento di pubblico dominio, per quelle aeree il materiale disponibile è in quantità più limitata.



    Il fondatore Christopher Schmidt ed altri stanno portando avanti l'importazione di dati da fonti open ma, così come riferito dallo stesso Schmidt nella mailing list del progetto, la speranza è che le organizzazioni da cui provengono i materiali si dichiarino disposte a contribuire senza chiedere nulla in cambio.
    "Ritengo che la miglior cosa da fare sia guardare ad Open Aerial Map come ad uno strumento dove governi ed altre organizzazioni possano condividere le loro librerie di immagini con tutti, senza dover pensare a un servizio di hosting e all'impostazione di un sito. Semplicemente creare i record necessari, caricarli, fine", dice Schmidt.



    I risultati, come si può osservare dalle immagini, già sono più che tangibili. Ogni visualizzazione, tra l'altro, può essere richiamata nello specifico con un apposito permalink dedicato: qui per la prima figura, qui per la seconda, utilissimi per citare una ben precisa posizione in un contesto esterno al sito di riferimento.

    ( di Marco V. Principato)

    Immagini ©2008 TerraMetrics, Map data ©2008 Tele Atlas - Termini e condizioni d'uso
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