domenica 12 luglio 2009

Risorse informatiche sul Web

cloud computing
Siamo a un punto di svolta nel cyberspazio: nel giro di cinque anni ben l'80% delle operazioni al computer non si faranno più servendosi dei software installati nel pc di casa ma attraverso il 'cloud computing', una "nuvola di risorse informatiche", applicazioni, programmi di calcolo e scrittura, di immagazzinamento dati e molto altro, che sarà disponibile online.
A delineare sulla rivista Science gli scenari futuri di Internet è Michael Nelson della Georgetown University di Washington DC. Secondo Nelson, il futuro di Internet è appunto il 'Cloud computing', un nuovo modo di usare il pc sfruttando i programmi installati sui server di Internet. Così banalmente, invece di usare Word per scrivere, ci si potrà collegare a Internet e usare la sua versione online ed anche salvare i documenti su un hard disk virtuale.
Un esempio già in uso sono le applicazioni offerte da Google agli utenti Gmail, agenda, programmi di visualizzazione delle foto, software di scrittura e molto altro.
"Il Cloud computing ha raggiunto attualmente un grado di evoluzione pari a quello raggiunto da Internet nel 1993 spiega Nelson gli standard di base sono decisi, le prime applicazioni commerciali stanno prendendo piede, restano preoccupazioni sul versante della sicurezza e non è chiaro quanto questa nuova tecnologia spopolerà. Ma tutto si deciderà nel giro di duetre anni".

"La nuvola spiega Nelson sarà, come Internet, una rete di reti fatta di oltre 100 mila sottosistemi gestiti da diverse compagnie e organizzazioni". Numerose organizzazioni hanno già abbracciato la 'nuvola aperta', incluso il Forum Open Grid, l'Open Science Grid, consorzio universitario guidato da Google e IBM, e quasi 200 hanno approvato un "Manifesto dell'Open Cloud".

(Lor. Brio.)

1 commento:

Videor ha detto...

Numerose organizzazioni hanno già abbracciato la 'nuvola aperta', incluso il Forum Open Grid, l'Open Science Grid, consorzio universitario guidato da Google e IBM, e quasi 200 hanno approvato un "Manifesto dell'Open Cloud".