giovedì 29 novembre 2007

Samsung mette l'RFID nei cellulari

Seoul - Organizer, fotocamere, console da gioco, navigatori satellitari... ed ora anche lettori di tag RFID. È questa la prossima funzionalità che Samsung spera di portare sui telefoni cellulari e, più in generale, sui dispositivi mobili consumer.

Il produttore coreano afferma di aver sviluppato un chip RFID sufficientemente piccolo, economico e a basso consumo da poter essere integrato su cellulari e PDA. Il chippetto è in grado di leggere differenti tipi di tag RFID, una caratteristica che, secondo Samsung, generalmente richiede l'uso di più chip.
Ma a che può servire un lettore RFID nel telefonino?
Ad un sacco di cose, secondo l'azienda coreana. Innanzitutto, ad acquisire informazioni sui prodotti in vendita: semplicemente avvicinando il cellulare ad una scatola di biscotti, ad esempio, potrebbe essere possibile visualizzare sul display - e archiviare o inviare via SMS/email - prezzo, marca, ingredienti e data di scadenza. I tag apposti su certi prodotti merceologici potrebbero poi contenere informazioni specifiche: nei medicinali, ad esempio, posologia e avvertenze d'uso.

Ma i tag RFID destinati ai dispositivi mobili potrebbero essere utilizzati in molti altri ambiti e applicazioni: nelle fermate degli autobus per comunicare gli orari delle corse, nei dépliant pubblicitari per trasmettere codici promozionali, all'entrata di parchi e altri luoghi pubblici per informare i visitatori sugli orari di apertura e chiusura, nei musei per fornire informazioni sugli oggetti esposti ecc.

Samsung ha fatto sapere che a Taiwan un operatore mobile locale sta già collaborando con cinema e teatri per apporre sulle locandine un tag contenente gli orari degli spettacoli.

Sebbene RFID sia già molto diffuso nel campo della logistica, dove viene utilizzato per il tracciamento delle merci, oggi praticamente nessuno lo usa per fornire informazioni e servizi al pubblico. Perché i cellulari dotati di lettore RFID si diffondano, pertanto, è necessario che aziende, enti pubblici e centri commerciali comincino a considerare la tecnologia RFID anche come un mezzo per fornire informazioni e servizi al consumatore/cittadino. D'altro canto, fino a che in commercio non ci saranno dispositivi consumer capaci di leggere tali tag, pochi azzarderanno un mossa in questa direzione. C'è dunque da attendersi che l'RFID sbarcherà nel settore mainstream solo quando produttori di telefoni cellulari, operatori mobili e aziende lanceranno iniziative commerciali congiunte, come quella segnalata da Samsung a Taiwan.

Per il momento Samsung non ha piani sui tempi di commercializzazione del proprio chippetto RFID: stando ad un portavoce, l'azienda intende "aspettare che la tecnologia RFID diventi più matura".

un'internet perbene...

Maledetti francesi... La Francia minaccia di togliere l'accesso alla rete a chi scarica da Internet
report di Gianluca Gambardella

Il presidente francese Nicolas Sarkozy, che in questi giorni sta affrontando uno degli
scioperi più duri degli ultimi anni con un piglio che assomiglia a quello della Tatcher,
afferma che “questo è un momento decisivo per il futuro di una internet civilizzata”.

La Francia si prepara a mettere in campo una nuova strategia contro la pirateria:
gli utenti che verranno riconosciuti come rei di scambio continuato e ripetuto
di files attraverso le reti peer to peer rischieranno di perdere la possibilità di
collegarsi alla rete
.
Dietro questa decisione del governo francese c’è un accordo tra le società che offrono connessione internet, etichette discografiche, e studi cinematografici: grazie al monitoraggio dei provider, sarà possibile individuare gli utenti che verranno prima avvertiti e poi eventualmente sospesi o tagliati fuori dalla rete.

“Una pena meno sproporzionata”, ha affermato Denis Olivennes, presidente della catena francese FNAC, rispetto a grandi multe e al carcere che rischiano di colpire in gran parte i giovani.
In cambio di questo monitoraggio della rete, le società cinematografiche hanno accettato di ridurre i tempi per la distribuzione in DVD dei film a sei mesi dalla prima visione nei cinema, mentre le major discografiche si sarebbero rese disponibili ad offrire senza DRM e per ogni tipo di player il download del materiale d’archivio francese.

L’Unione Federale dei Consumatori francese “Que choisir” ha affermato che si tratta di un atto potenzialmente distruttivo, anti economico e contro la libertà civile.

[via BBC]

martedì 27 novembre 2007

Benvenuto a casa, Mr. RFID
di Bruce Sterling

Le prime immagini visionarie di «smart building» erano basate sui modelli di automazione classici del xx secolo:con un'intelligenza artificiale poco costosa e infaticabile si poteva avere un «custode» ideale. Tuttavia le abitazioni intelligenti si sono rivelate un fallimento, poiché l'intelligenza artificiale non ha mai funzionato davvero.
Da allora sono stati compiuti enormi passi in avanti nella tecnologia software per la progettazione edile, nell' acquisto on-line e nel settore della logistica digitale relativa alla spedizione dei materiali. Alcune aziende di software aspirerebbero addirittura alla «gestione totale del ciclo di vita». Nonostante questi progressi, la casa intelligente non è mai divenuta realtà: l'impatto diretto della tecnologia digitale sulle persone o sugli ambienti intemi è stato quindi relativamente limitato.

La situazione potrebbe però cambiare. I motori di ricerca sono applicazioni molto più potenti delle false promesse dell'intelligenza artificiale. Google è dappertutto e, con le sue catalogazioni di termini ricercati su internet, traccia con estrema precisione la mappa digitale dell'intero pianeta. Google Sketchup armeggia addirittura con la progettazione edile. Sebbene l'ipotesi di una «smart house» non sia realistica, quella di una «searchable house» sembra più plausibile.
Un comune motore di ricerca individua, nella rete, stringhe, tag o parole. Un «locative engine», un motore di ricerca legato a un preciso ambiente fisico, individua invece segnali elettronici emanati da oggetti reali in uno spazio tridimensionale. Basta combinare questi due strumenti e la pratica dell' architettura, da sempre incentrata sullo spazio e l'assemblaggio di elementi materiali, appare trasformata.
Un tag Radio Frequency Identitification (RFID), detto anche «Arfide», è un chip di silicone molto piccolo e poco costoso provvisto di una minuscola antenna radio. Tutti i tag Rfid sono identificabili perché sono stati originalmente inventati per sostituire i codici a barre. Alcuni chip dalle dimensioni maggiori e con più funzioni,come i Real Time Location System (RTLS), possono anche essere collocati fisicamente nello spazio e piazzati sugli oggetti. In tal modo i computer potrebbero tenere dei registri di attività degli oggetti relativi alloro campo d'applicazione nello spazio e nel tempo, trasformando la casa in una miniera di dati.

L'architettura «Arfide» potrebbe apparire all'occhio umano come nulla di sensazionale,ma un computer la vedrebbe come un lento accumularsi di elementi etichettati con la tecnologia digitale, come un' architettura di informazioni ordinate in termini di spazio. Il sito dell'edificio potrebbe essere identificato grazie alla tecnologia satellitare Gps e ai servizi di mappatura presenti su internet. La struttura sarebbe definita sia dal suo «blueprint» digitale sia da un preciso inventario di ogni elemento. I servizi, i tubi e l'impianto elettrico sarebbero anch' essi registrati, etichettati e resi visibili al computer anche attraverso i muri. Il piano degli spazi si rivelerebbe attraverso i movimenti degli oggetti e delle persone all'interno della struttura. Nulla andrebbe perso in questa rete di «localizzabilità».
Le persone non dovranno più ricordarsi dove hanno messo le loro cose, dovranno semplicemente chiederlo al computer, il quale, in modo alquanto «koolhaassiano», documenterà la struttura e gli oggetti in essa contenuti, come un flusso di spazi al rallentatore.
Come prevede il teoricoAdam Greenfield, in una simile prospettiva lo spazio sarà suddiviso in scale di grandezza che andranno dal «bodyware», ovvero gli oggetti sulla persona stessa, a quelli nella stanza, in strada, nella città, nella nazione e nel mondo intero, producendo così enormi serbatoi di metadati ordinati in scale frattali.

A un'innovazione radicale, in genere, segue poi il classico percorso di adattamento.Inizialmente, è applicata sull'oggetto come un elemento accessorio, poi viene inserita al suo interno e, infine (se l'innovazione si dimostra convincente), i mezzi di produzione vengono nuovamente ingegnerizzati per far fronte a questa nuova potenzialità. Ad oggi, i tag Rfid rappresentano una tecnologia logistica di nicchia, ma sono dotati di un notevole potenziale architettonico, considerando che gli edifici non sono altro che elementi assemblati in uno spazio olistico. I moderni chip Rfid sono piazzati su etichette di carta adesiva. Si tratta di una tecnologia «slap and ship» (termine riferito al l'attività di posizionamento dei chip stessi sulle merci, prima che queste escano dal magazzino del fornitore e siano spedite a quello del distributore) molto simile a quella del codice a barre elettronico.

Oggi sono una specie di ornamento della superficie degli oggetti, ma in un futuro potrebbero essere inseriti negli oggetti stessi,in tutti gli oggetti. Mattoni, travi, singole piastrelle... Potrebbero anche essere applicati mischiandoli alla vernice. Un' architettura «Arfide» veramente consolidata potrebbe persino superare la fervente immaginazione di Archigram. Una Googleopoli, una città pop-up ispezionabile, in cui ogni elemento della struttura, dalle tegole rotte al1'oscurità freudiana della rete fognaria, potrebbe essere inventariato con un semplice click del mouse. Un edificio «Arfide» si comporterebbe come una sorta di Wikipedia congelata. Non avremmo più una casa cablata , bizzarria di un periodo ormai dimenticato da tempo, bensì un network globale di spazi in grado di offrirci un riparo.

domenica 25 novembre 2007

Maledetti francesi...
La Francia minaccia di togliere l'accesso alla rete a chi scarica da Internet
report di Gianluca Gambardella

Il presidente francese Nicolas Sarkozy, che in questi giorni sta affrontando uno degli
scioperi più duri degli ultimi anni con un piglio che assomiglia a quello della Tatcher,
afferma che “questo è un momento decisivo per il futuro di una internet civilizzata”.

La Francia si prepara a mettere in campo una nuova strategia contro la pirateria:
gli utenti che verranno riconosciuti come rei di scambio continuato e ripetuto
di files attraverso le reti peer to peer rischieranno di perdere la possibilità di
collegarsi alla rete
.
Dietro questa decisione del governo francese c’è un accordo tra le società che offrono
connessione internet, etichette discografiche, e studi cinematografici: grazie al monitoraggio
dei provider, sarà possibile individuare gli utenti che verranno prima avvertiti e poi eventualmente
sospesi o tagliati fuori dalla rete.


“Una pena meno sproporzionata”, ha affermato Denis Olivennes, presidente della catena francese FNAC,
rispetto a grandi multe e al carcere che rischiano di colpire in gran parte i giovani.
In cambio di questo monitoraggio della rete, le società cinematografiche hanno accettato di ridurre i tempi
per la distribuzione in DVD dei film a sei mesi dalla prima visione nei cinema, mentre le major discografiche
si sarebbero rese disponibili ad offrire senza DRM e per ogni tipo di player il download del materiale d’archivio francese.

L’Unione Federale dei Consumatori francese “Que choisir” ha affermato che si tratta di un atto potenzialmente distruttivo,
anti economico e contro la libertà civile.

[via BBC]

sabato 10 novembre 2007

CMS (capitolo 1)

Analisi
di rintracciamento [
Matilde Altomare-Giovanna
Aversa
]



CMS:
( tre modelli educativi di riferimento)




  1. (Trasmettere
    conoscenze)
    -Il primo modello educativo può essere
    paragonato alla situazione
    in cui il professore spiega e gli alunni
    seguono le lezioni.


  2. (Acquisire,
    raccogliere e accumulare conoscenze)-
    Nel secondo modello,invece
    la situazione
    è la seguente:l’alunno viene interrogato
    o esaminato nel caso fosse all’università e il
    professore
    lo corregge se discute in modo sbagliato degli argomenti
    proposti


  3. (Sviluppare,inventare
    e creare conoscenze)-
    Il terzo modello invece lo paragonerei a un
    viaggio
    perché visitando posti nuovi,stando a contatto con
    gente diversa è possibile acquisire nuove
    conoscenze che non
    siano paragonabili a quelle tradizionali.





Sistema
CMS “puro”:


La
gerarchizzazione che caratterizza questo sistema può essere
traslata alle funzioni piramidali
presenti in una semplice redazione
giornalistica ,o in un corso di laurea
dove distinguiamo i
ruoli
di responsabile generale,responsabile di determinate
sezioni,redattore e autore. La persona a cui

è diretto il
contenuto è il lettore, o nel secondo caso lo studente.
La centralità dello studente, quindi, starebbe nell'esere l'oggetto finale del sistema di comunicazione?










Sistema
Wiki:




Il
concetto che sta alla base del wiki (con particolare attenzione
al motore
Mediawiki,il software su cui gira wikipedia) è
semplice: tutti gli utenti


possono
diventare parte attiva del sito wiki stesso, ovvero ognuno è


libero
di poter contribuire aggiungendo o modificando i contenuti. Si


crea
quindi una grande collaborazione tra tutti gli utenti.
La mancanza di figure dominanti non implica una perdita di senso?





Lo
si può paragonare anche ad uno dei nostri forum su
mondoailati,
ma con molte funzionalità
in
più e con la sostanziale differenza che 
ognuno può
modificare il contenuto
di chiunque e non solo il proprio.
Gli aministratori del forum su M.ai L. possono farlo, cioè modificare
anche quelli degli altri, amministrare il flusso generale: sono gli
anchorman? E' una contraddizione con le premesse dei CMS aperti?




Sarebbe positivo ad esempio se ogni quartiere potesse avere un wiki online,

pubblicizzato e facilmente accessibile che metta insieme in uno
spazio aperto,

le questioni chiave e le priorità per ogni
comunità e avere una sezione

di commenti dove i cittadini
possono listare argomenti e questioni che

hanno bisogno di
attenzione.

E' il wiki il modello giusto? Oppure a livello di massa non è pensabile  ed

auspicabile una compartecipazione e e condivisione del MEZZO ?











Weblog:



Ci
ricorda una sorta di angolo degli sfoghi tanto diffuso quando
frequentavamo
il liceo,dove ognuno
poteva esprimere non solo
le proprie opinioni, ma anche
scrivere poesie,racconti e scritti di
vario genere,condividendo il tutto.

E il fatto che tutti lo vedano? Anche al liceo lo si mostrava ad altri?






Mediagrafia

  1. Re Lear Ning
  2. Reloaded Lear
  3. lezione a distanza (help)




Learning, not teaching

Un documento sui CMS.
Analizziamo anche i modelli di monitoraggio più adeguati per i singoli tipi di sistema CMS.


Tre modelli educativi di riferimento


  1. Trasmettere conoscenze (Insegnamento I)

    In questo modello la fonte delle conoscenze degli studenti si basa sulle conoscenze del

    professore.

    I professori sanno che cosa devono imparare gli studenti, ed è responsabilità dei professori

    trasmettere queste conoscenze agli studenti nel modo più semplice possibile.

    Le conoscenze trasmesse sono conoscenze ricavate dall’insegnante, preparate in un

    modo speciale (la cosiddetta "preparazione didattica" in modo che gli studenti possano

    coglierne velocemente il contenuto, oltre a memorizzarlo a lungo termine.

    Esistono dei vincoli e delle relazioni tra questo modello e il comportamentismo, una teoria

    dell’apprendimento ormai obsoleta.

  2. Acquisire, raccogliere e accumulare conoscenze (Insegnamento II)

    Questo modello di insegnamento parte dall’idea che l’apprendimento è un processo attivo

    che lo studente deve pianificare, rivedere e fare oggetto di riflessione.

    Lo studente è un soggetto attivo e la sua attività è un sostegno, o addirittura una

    condizione necessaria, per il processo di apprendimento.

    Nel modello Insegnamento I il professore non si prende cura di controllare, né di

    osservare, le attività di apprendimento propriamente dette svolte dallo studente.

    Contano solo i risultati. Invece, nel modello Insegnamento II il professore controlla l’intero

    processo di apprendimento, con le fasi intermedie, le difficoltà e i risultati provvisori.

    Nel modello Insegnamento I, gli studenti ottengono prevalentemente come risposta

    "sbagliato" o"giusto", mentre nel modello Insegnamento II i professori cercano di aiutare a

    correggere le ipotesi erronee o i metodi di apprendimento sbagliati, oltre ad assistere lo

    studente nel processo di riflessione, per aiutarlo a costruire un modello mentale coerente

    sull’argomento.

    Il modello Insegnamento II è affine al cognitivismo.

  3. Sviluppare, inventare e creare conoscenze (Insegnamento III)

    Nel modello Insegnamento II, i professori presentano tutti i problemi e gli esercizi da

    svolgere.

    Ma se vogliamo insegnare agli studenti a farsi aiutare dai professori, a inventare cose

    nuove e a produrre e generare nuove conoscenze, dobbiamo creare un ambiente di

    apprendimento nuovo.

    E deve essere un ambiente stimolante, sufficientemente complesso, incerto, instabile e

    unico, dove le vecchie soluzioni e la conoscenza tradizionale non servono più.

    Nel modello Insegnamento III, professori e studenti devono immergersi in una situazione il

    cui risultato non è predeterminato.

    Entrambe le parti devono controllare le situazioni prospettate, e può darsi che le differenze

    tra professori e studenti si limitino solo alla più vasta esperienza e alla maggiore

    metacognizione del professore sul modo di affrontare situazioni complesse (per esempio,

    come progettare esperimenti locali).

    Il modello Insegnamento III è fortemente vincolato al costruttivismo.







Cinque tipi diversi di sistemi di gestione di contenuti (CMS) aventi valore educativo



Abbiamo selezionato cinque tipi principali di sistemi CMS a partire dalla motivazione pedagogica.



1. Il sistema CMS “puro”

Il sistema CMS tradizionale è stato il primo ad affacciarsi sul mercato. È caratterizzato da un flusso di lavoro distribuito gerarchicamente nella creazione di contenuti in Internet. Normalmente si distinguono i ruoli di caporedattore (responsabile generale), redattore (responsabile di determinate sezioni, per esempio redattore commerciale) e autore (che si limita a scrivere articoli, ma non ha la facoltà di pubblicarli sul sito web senza la supervisione dei redattori). Dal punto di vista amministrativo si può distinguere tra redattore amministrativo (responsabile delle categorie e della configurazione degli script del sistema CMS) e redattore grafico (quello che progetta i template).



Dal nostro punto di vista educativo, questa gerarchizzazione della creazione di contenuti in Internet può essere traslata alle funzioni educative di professore, assistente e professore invitato per i contenuti, e di direttore e amministratore per le questioni inerenti all’organizzazione. La persona a cui è diretto il contenuto (il lettore) è, nel nostro caso, lo studente. A questo punto, dovrebbe essere evidente che secondo il nostro punto di vista questo tipo di sistema CMS rappresenta il modello di trasmissione di conoscenze del modello Insegnamento I.



Ecco alcuni esempi tipici di questo tipo di sistemi CMS:



• Mamboserver: http://www.mamboserver.com/

• OpenCMS: http://www.opencms.org/

• Plone: http://plone.org/

• Typo3: http://typo3.org/

• ZMS: http://www.zms-publishing.com/



2. Sistemi di gestione di contenuti weblog

"I weblog sono pagine web formate da più post o vari frammenti di informazione, normalmente organizzati in ordine cronologico inverso, con il post più recente nella parte superiore della pagina e il più vecchio alla fine…". [19, p. 7]



Grazie a quest’ordine cronologico, i weblog possono essere uno strumento di discussione per una riflessione personale associata al processo di apprendimento. Vi sono due funzioni importanti nell’ambito del contesto educativo:



• Trackback: si tratta di un meccanismo di comunicazione che permette agli autori di vincolare le loro opinioni a una discussione esistente nella rete.



• Syndication: questo procedimento permette agli autori di diffondere i loro contenuti. Si tratta di un formato speciale (RSS = Rich Site Summary o Really Simple Syndication) al quale possono associarsi altri autori. Possono pure integrare nel proprio sito il testo prelevato dalla fonte cui sono associati.



I weblog possono essere definiti come strumenti di discussione il cui potenziale di diffusione si estende a tutto il mondo. I weblog, caratterizzati dalla redazione di brevi commenti personali ("microcontenuti"-), animano il dibattito all’interno del weblog dove è sorto il commento, ma contemporaneamente danno supporto a un tipo di metacognizione nel weblog stesso e quindi diffondono il dibattito in tutto il pianeta. Sotto questo punto di vista i weblog si adattano quasi alla perfezione al modello Insegnamento II, sebbene possano essere utilizzati anche nel modello Insegnamento I (per esempio come un sistema CMS tradizionale) o, meglio ancora, nel modello Insegnamento III. Grazie alle loro funzioni multiuso i weblog sono ormai ritenuti dei veri e propri "coltellini svizzeri", ma –come vedremo più avanti– c’è un altro candidato più idoneo come strumento multiuso.

Ecco alcuni esempi:



• Blogger: http://www.blogger.com/start

• Manila: http://manila.userland.com/ e Radio http://radio.userland.com/

• Movable Type: http://www.movabletype.org/

• pMachine: http://www.pmachine.com/

• TypePad: http://www.typepad.com/



3. Sistemi CMS orientati alla collaborazione (C-CMS o Groupware)

Lo sviluppo e l’amministrazione in comune delle risorse condivise sono un fattore essenziale per questi sistemi. Qui troviamo un tipo di interazione protetta di un gruppo specifico. Queste interazioni non sono rivolte a un pubblico più ampio. Non c’è neanche l’intenzione esplicita di un obiettivo di apprendimento specifico: i membri di questo gruppo di lavoro imparano lavorando in collaborazione. Benché possa esserci una gerarchizzazione nella creazione di contenuti in Internet, l’applicazione di riferimento tratta tutti i membri del gruppo di lavoro allo stesso modo.

Nel nostro ambito teorico, questo tipo di sistema CMS si adatta meglio al modello Insegnamento III.



Ecco alcuni esempi tipici di questa categoria:



• BSCW: http://bscw.fit.fraunhofer.de/ y http://www.bscw.de/

• Convea: http://www.convea.com/

• EGroupware: http://www.egroupware.org/

• IBM Lotus Notes: http://www-306.ibm.com/software/lotus/

• PhpGroupware: http://www.phpgroupware.org/



4. Sistemi di gestione di contenuti, comunitari e collaborativi (C3MS)

I sistemi C3MS sono i "coltellini svizzeri" dell’insegnamento di cui si parlava prima. Questo tipo di sistema CMS offre alle comunità (virtuali) la possibilità di elaborare contenuti per un ambito specifico.



Utilizzano meccanismi collaborativi, e numerosi moduli specialistici (per esempio: sapere chi è collegato, audience, inchieste, rassegne, appuntamenti, eccetera) sono interamente rivolti alla comunità. I sistemi C3MS possono funzionare come sistemi CMS tradizionali e come weblog collaborativi. Se si combinano tutti i contributi in un sito web, si può utilizzare un sistema C3MS per creare un thesaurus per un ambito specifico. (Per avere informazioni più dettagliate su questo tipo di sistemi CMS dal punto di vista pedagogico, vedere l’ottimo rapporto di [4].)

Come dice il nome, un sistema C3MS si adatta perfettamente al modello Insegnamento III. Dato che diversi moduli possono essere attivati e disattivati, può essere usato facilmente anche con gli altri modelli di insegnamento.

Ecco alcuni esempi tipici di questo nuovo tipo di sistemi CMS:



PhpNuke: http://phpnuke.org/

PostNuke: http://www.postnuke.com/.



5. Sistemi wiki

I sistemi wiki capovolgono la principale caratteristica dei sistemi CMS: la gerarchizzazione nella creazione di contenuti in Internet. Il principio basilare dei wiki potrebbe essere espresso con la frase seguente: chiunque può cambiare qualsiasi cosa. Dietro questa semplice idea si trova –nei termini del nostro ambito teorico– la supposizione di una struttura di comunicazione orientata a un consenso ideale di provenienza habermasiana. E la cosa più interessante è che questa idealizzazione, nonostante le numerose critiche mosse a Habermas dai suoi contemporanei, funziona molto bene nei sistemi wiki. Visitate Wikipedia, un’iniziativa congiunta di dizionario enciclopedico in Internet. Questa iniziativa congiunta ha avuto inizio a gennaio del 2001, e attualmente comprende 531.311 articoli in inglese. L’idea è stata tradotta in 93 lingue con almeno un centinaio di articoli –in 22 delle quali ci sono già più di 10.000 articoli– e ne sono sorti otto progetti associati: Meta-Wiki, Wikzionario, Wikilibri, Wikiquote e Wikisource. Inoltre, si noti che tutto questo lavoro viene eseguito a titolo volontario e gratuito.



Un sistema CMS wiki è un gruppo di applicazioni (WikiWebs) che utilizza una sintassi speciale (WikiWords) nel sistema di edizione. L’interfaccia è estremamente semplice, e questa può essere una delle principali ragioni di una così ampia e veloce distribuzione.



I wiki sono un software collaborativo, come il Groupware, ma spingono il concetto di collaborazione alla massima espressione. I wiki oltrepassano i limiti di un gruppo determinato (chiunque vi può collaborare, da qualsiasi posto) e di un sistema di copyright ben definito (chiunque può scrivere, aggiungere, rivedere, pubblicare e perfino sopprimere articoli). Nessuno è proprietario dell’articolo che ha creato.



Dal nostro punto di vista teorico, i wiki rientrano nell’ambito del modello Insegnamento III, un tipo di insegnamento i cui risultati non sono predeterminati. Le diverse strutture di sistemi wiki si basano su differenti linguaggi di programmazione, oppure hanno caratteristiche diverse che modificano il wiki originale.

Ecco alcuni esempi di wiki:



• Wiki: http://c2.com/cgi-bin/wiki (il wiki originale)

• Twiki: http://twiki.org/ (per usi aziendali)

• Swiki: http://minnow.cc.gatech.edu/swiki. (basato sul sistema di programmazione Squeak)

• Zwiki: http://www.zwiki.org/FrontPage (basato su Zope)

• JSPWiki: http://www.jspwiki.org/Wiki.jsp (basato su Java Server Pages)



Conclusioni



Esistono molti strumenti che si possono usare come un martello, ma esiste un solo tipo di strumento per una funzione specifica, come per esempio piantare un chiodo nel muro. In funzione del volume del chiodo e del materiale del muro, adopereremo un tipo di martello o un altro. Nel ciclo della conoscenza, abbiamo indicato lo strumento più adeguato come supporto per ogni singola attività.



Figura del ciclo della conoscenza





fig. 7






Infine, bisogna tenere conto del fatto che tutti questi schemi sono solo approssimativi, poiché qualsiasi affermazione può variare per ragioni obiettive, soggettive o sociali nello stesso tempo.


References



[1) Baumgartner, P., H. Häfele, et al. (2002). E-Learning Praxishandbuch: Auswahl von Lernplattformen.

Marktübersicht - Funktionen - Fachbegriffe. Innsbruck-Wien, StudienVerlag.



[2] Baumgartner, P., H. Häfele, et al. (2004). Content Management Systeme in e-Education. Auswahl, Potenziale und und Einsatzmöglichkeiten. Innsbruck-Wien, StudienVerlag.



[3] Bausch, P., M. Haughey, et al. (2002). We Blog. Publishing Online with Weblogs. Indiana, Wiley.



[4] Schneider, D. K. (2003). Conception and implementation of rich pedagogical scenarios through

collaborative portal sites: clear focus and fuzzy edges. International Conference on Open and Online Learning (ICOOL), University of Mauritius.



Per saperne di più:



Spiegazione del meccanismo del trackback di un weblog:

http://www.movabletype.org/trackback/beginners/

Funzionamento del trackback di un weblog:

http://www.cruftbox.com/cruft/docs/trackback.html

Specifiche RSS 2.0:

http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss

Funzionamento dalla syndication in un weblog:

http://www97.intel.com/scripts-syndication/HowWorks.asp

Che cos’è l’RSS?

http://rss.userland.com/whatIsRSS

Il weblog come strumento multiuso?

http://istpub.berkeley.edu:4201/bcc/Winter2002/feat.weblogging2.html

Portale PostNuke del Dipartimento di Tecnologia educativa della FernUniversität di Hagen:

http://bildungstechnologie.net

Wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale

venerdì 2 novembre 2007

Into the night life

Sono una collina
dove corrono i poeti.
Ho inventato io l'alfabeto
dopo aver notato che le cicogne
formavano in volo lettere con le gambe.
Sono un lago in una pianura.
Sono una parola
su un albero.
Sono la collina della poesia.
Sono un viaggio
nell'inarticolato.
Ho sognato
che mi cascavano tutti i denti
ma la lingua sopravviveva
per raccontare la storia.
Perché sono un distillatore
di poesia.

I am a hill
where poets run.
I invented the alphabet
alter watching the llight of cranes
who made letters with their legs.
I am a lake upon a plain.
I am a word
in a tree.
I am a hill of poetry.
I am a raid
on the inarticulate.
I have dreamt
that all my teeth lell out
but my tongue lived
to tell the tale.
For I am a still
Of poetry.

Coney Island della mente, 1968

I am a bank of song.
I am a playerpiano
in an abandoned casino
on a seaside esplanade

in a dense log
still playing.
I see a similarity
between the Laughing W oman
and mysell.
I have heard the sound of summer
in the rain.
I have seen girls on boardwalks
have complicated sensations.
I understand their hesitations.
I am a gatherer of Iruit.
I have seen how kisses
cause euphoria.
I have risked enchantment.
I have seen the Virgin
in an appletree at Chartres
And Saint Joan burn
at the Bella Union.

Sono una banca del canto.
Sono una pianola
in un casino abbandonato
sulla riva del mare
in una fitta nebbia
e ancora suono.
Vedo una somiglianza
tra la Donna che ride
e me stesso.
Ho udito il suono dell'estate
nella pioggia.
Ho visto ragazze sui lungomare
avere complicate esitazioni.
Sono un raccoglitore di frutta.
Ho visto come i baci
causano euforia.
Ho rischiato di essere incantato.
Ho visto la Vergine
in un melo a Chartres.
E Santa Giovanna bruciata
alla Bella Union.

Editor 97/07

Videor (*) riprende le pubblicazioni. Fondata da Elio Pagliarani negli anni 80 la rivista in questi anni ha sperimentato, dopo l' homevideo, tutte le forme dell'edizione digitale che ora la rete veloce rende possibili all'indirizzo web, tra gki altri, videor.it

Strutturata su un database redazionale che origina dall'archivio video della videorivista su cassetta l'iniziativa di Orazio Converso con la direzione di Elio Pagliarani propone dal punto di vista degli artisti e dei poeti le funzionalità di ogni emittente con le specifiche interazioni della telematica.

Il processo mediatico s'ispira alla condivisione di testi, video, materiali sonori, immagini da parte dei suoi redattori e della community di riferimento con software e infrastrutture logistiche prodotte dal network di ricerca UniET e dal Consorzio Caspur.

Una semplice interfaccia permette di seguire gli eventi artistici della poesia e di riprenderne i punti d'interesse, anche con altri e a distanza.

(*) Videor
Videor nasce nel 1988 ed è diretta da Elio Pagliarani con Nanni Balestrini, Corrado Costa, Vito Riviello e Adriano Spatola. Dopo aver pubblicato nove numeri della chiude in forma di videorivista dando luogo al progetto sperimentale di RomaOnLine Videor e la telematica nella rete civica romana del 1995 e successivamente all'emittente videor.com rigorosamente opensource, con il primo server multimediale resosi nel frattempo disponibile con le tecnologie realnetwork e la realizzazione crossmediale di loosetv, senti internet, lacab television, internet scene, margi in rete e su memorie ottiche.

  • Vedi

  • Vera e propria rivista poetica in formato video con riflessioni, interventi critici e teorici, inchieste e letture di versi recitati dagli stessi autori (...)
    Nico Garrone, La Repubblica,1998

  • Tuttavia, si arresta sulla soglia della poesia: si fa al possibile neutrale e discreto testimone dell'evento poetico, colto nel momento della lettura, della 'mise en scene' della parola (...) Carlo Terrosi del DAMS , 1988

  • La scelta linguistica che emerge ha qualcosa a che vedere con quel genere di videoarte che predilige 'i tempi illimitati', i tempi 'morti' come programmatica negazione del tempo 'scarso' profondamente sentito ed esibito dai consumi di massa
    Alberto Abruzzese, Espresso 1989.

  • Poesia che non invita, per citare Delfini, mentre Videor di fatto invita al canto, al riso, all'elaborazione, all'impegno di parola.
    Massimo Celani, Il verso che viene dal video, Il video che viene dal verso