giovedì 4 dicembre 2008

leggendo Clark

Vincenzo: (Clark, 1997) Effetto mangrovia

Con la parola, la scrittura e la tradizione di usare entrambi come utensili decisivi da tenere sempre in tasca, la specie umana è entrata nella prima fase della sua esistenza cyborg. E' in questo modo che abbiamo scoperto una specie di trucco grazie al quale superare i confini delle nostre nature animali.
Una immagine utile per pensare una cosa del genere è quella dell' "effetto mangrovia" [..]

Se vedete un albero crescere su un'isola, cosa supponete sia venuto prima?
E' naturale presumere che l'isola abbia fornito il suolo fertile in cui il seme fortunato sia giunto a trovarsi. Tuttavia le foreste di mangrovia costituiscono una eccezione significativa a questa regola generale. La mangrovia cresce da un seme galleggiante che si stabilisce nell'acqua, mettendo le radici nei bassi fondali fangosi. La pianticella rivolge le complesse radici verticali attraverso la superficie dell'acqua, dando vita a ciò che sembra a tutti gli effetti un piccolo albero che poggia su una palafitta. Tuttavia il complesso sistema delle radici aeree prende ben presto a trattenere terreno galleggiante, erbacce e detriti. Col passare del tempo, l'accumulo di materiale trattenuto forma una piccola isola, quindi è il territorio ad essere progressivamente costruito dagli alberi.
Sono certo che un "effetto mangrovia" operi in alcune specie di pensiero umano. [..]

Il linguaggio pubblico e la ripetizione interna delle frasi agiranno in questo modello come le radici aeree dell'albero di mangrovia: le parole serviranno da punti d'appoggio in grado di attirare e posizionare nuovi materiali intellet

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