domenica 20 luglio 2008

oggi nel ruolo di editor delle cause perse


carosegretario, rispondo pubblicamente alla tua bella e affettuosa
fax-lettera che mi stimola a fare il punto sul complesso lavoro a
cui ci dedichiamo ormai da tempo.
innanzi tutto merita riflettere proprio sul mio atteggiamento
minimale che tende a spostare sul vissuto il piano della produzione
creativa: e' qui che si crea il primo fecondo equivoco, l'ambiguita'
che orienta il lavoro - o forse disorienta?

giacche' la ricerca del nuovo, la fantasticheria, il muoversi in
liberta' e autonomia delle nostre chiacchierate, lo scambio esistenziale,
insomma, nel nostro caso,
altro non erano che cinque-dieci anni di elaborazione (mia e
del gruppo che faceva riferimento a la.ca.b. e poi a margi)
che si riversavano in una pratica un po' stanca e datata (quella del
cidi) attraverso la nostra nuova amicizia: la tua vivace curiosita'
intellettuale, la mia filosofia meridionale della comunicazione
quotidiana per cui ti "avvertivo" del ritardo drammatico in cui tu e
tutta la sinistra ideologica vi muovete nel rifiuto sostanziale dello
scenario della societa' post-industriale.

da performer di razza (caratteristica che da editor ti ho subito
indicato come peculiare..), con gran temperamento hai dato ossa,
nervi e muscoli, alla nostra intesa. e da buon 'attore' hai fatto tua
(in tutti i sensi) la stategia che e' nata dalle mie indicazioni che
avevo sottoposto alla tua intenzione e alla attenzione di tutti i miei
parners in questi ultimi vent'anni (eh,si!).
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quindi,
la indistinzione tra formazione, informazione e intrattenimento,
con l'abbattimento dello specifico della scuola, che in embrione e'
anche nella cultura di una certa ricerca didattica a cui anche io
appartengo (freinet e soci), NON era stato assolutamente nelle scelte
del cidi che dirigi: e propabilmente non lo e' ancora, sebbene tu in
modo travolgente a roma, in conferenza, lo hai posto spettacolarmente,
per esempio, nel tuo intervento da geniale imbonitore da aste televisive
che ha riscosso applausi (ma si!) presentando il quaderno toolbook. 1

>>>nota. l'intervento andava ripreso televisivamente per amplificarne
la portata e per rivelarne la natura intrinseca 'mediale' e andava
inquadrato con una postazione nell'ingresso che facesse vedere la
struttura di lavoro di gruppo che c'era dientro, il "progetto":
ma tu sei un inguaribile narciso e un individualista 'borghese',no?

la lettura da zapping dei ragazzi che predispone ad una scrittura
ipertestuale e interattiva, il valore - e non il disvalore - della
frammentareita'nella cultura giovanile; e quindi, il campionamento
come base della comunicazione trasversale della musica tecno o delle
posse, del 'voto a destra' e della 'vita a sinistra' (o anche,viceversa,
'voto a sinistra' e 'vita nel mercato, competitivo e liberista' )
nelle nuove generazioni della cultura digitale; il saltare di palo in
frasca che e' una felice intuizione della liberta' di movimento nel
testo che e' l'esatto contrario della concezione di pensiero della
sinistra italiana, moralistica e retorica (ma dai! scrivi ancora al
povero pintor!! e all'azienda manifesto, liquidatrice giudiziaria del-
la sinistra, pallida immagine di una lontana,ahi,lontana esperienza..)
di cui sentivo gli echi nelle nostre prime chiacchierate. 2


la prospettiva telematica 'aperta', di superficie, dei bbs (altro portato
di una cultura non chiusa nelle istituzioni) contro l'insabbiamento nelle
banche dati, magari specialistiche e 'serie', della memoria stessa della
generosa battaglia democratica di molti insegnanti democratici in questi
ultimi vent'anni, e' - mi sembra - un altro portato dell'incontro margi-cidi
a cosenza: le memorie cieche dei computer... e i tragici corsi di
'aggiornamento' con cui la sinistra democratica ha spezzato le reni al
ribollire caotico e fecondo, al disagio, reazione alla concezione
cattocomunista castrante della 'norma' (non va bene? non sai che pesci
prendere? aggiornati! che ti passa, insomma). 3
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...fare il punto e fare i conti: non mi appartiene. come non mi appartiene il diritto d'autore che qui sembra che io rivendichi sul quaderno toolbook e sulla strategia di comunicazione.

il quaderno o il bbs sono solo dei momenti di una strategia. che non funziona
pero' se tu mi cancelli: questo hanno notato a roma e a cosenza.
vuol dire che io e te non ci siamo capiti?
la strategia consiste proprio nel superamento vertiginoso delle posizioni:
nel rilanciare sempre, nel comunicare oltre.
se non ci si crede, se si pensa ancora di campare di rendita, di 'diritto
d'autore', non si riuscira mai a reggere la sfida dell'innovazione, del
mercato globale delle idee e dei mezzi che cambiano a vista d'occhio.
io qui non ti scrivo per separare la tua firma dalla mia, ma per riflettere
insieme sui nostri obiettivi. io ho dato per scontato il superamento di
certe identita' da parte di noi due: invece ti trovo a lavorare per il
'tuo' cidi e per le tue lunghe vacanze al club della vela e io mio trovo
un po' coglionato con una tua affettuosa faxlettera che non posso mostrare
ai miei partners di margi senza passare per un ingenuo che non si
fa 'pagare' le sue royalties.

caro segretario, ci sono interessi concreti in campo, bisogni, desideri:
e si vedono. fuori dai denti: io avrei usato sia alla conferenza a roma
che negli interventi a cosenza, io avrei usato il NOI. e non per
un malinteso senso di solidareita'. per cui nessuno, neanche un ascolto
da zapping o un montaggio televisivo poco accorto, avrebbe potuto
stravolgere il senso del mio (nostro) lavoro.
la mia lettera telematica ha preso un tono confidenziale,
e quindi non la renderemo per ora pubblica.

mi piacerebbe che tu entrassi di piu' nel merito del nostro modo di elaborare
per capire fino a che punto tu 'attore' di una strategia sei consapevole del
meccanismo complessivo della macchina drammaturgica,della messa in scena.
mi brucerebbe molto, non ti nego,scoprirmi
oggi nel ruolo di editor delle cause perse. (continua.1)

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