Né film né libro, è televisione sequenziale ma che può essere ripresa in rilettura, fermata e rivista, e per questo necessita di un ascolto pathologico in una intenzione discreta ... dagli Appunti di un Video-editore - Orazio Converso - 1989.
Videor nasce nel 1988 ed è diretta da Elio Pagliarani con Nanni Balestrini, Corrado Costa, Vito Riviello e Adriano Spatola.
Vera e propria rivista poetica in formato video con riflessioni, interventi critici e teorici, inchieste e letture di versi recitati dagli stessi autori (...) -Nico Garrone, La Repubblica -
tuttavia, si arresta sulla soglia della poesia: si fa al possibile neutrale e discreto testimone dell'evento poetico, colto nel momento della lettura, della 'mise en scene della parola (...) - Carlo Terrosi del DAMS,Bologna,1988 -
La preziosa opacità della scrittura nel mondo della comunicazione e della trasparenza - l'immagine della voce in televisione (...) retrocopertina Videor 1, maggio 1988 -
La scelta linguistica che emerge ha qualcosa a che vedere con quel genere di videoarte che predilige 'i tempi illimitati', i tempi 'morti' come programmatica negazione del tempo 'scarso' profondamente sentito ed esibito dai consumi di massa - Alberto Abruzzese, Espresso 1989.
Poesia che non invita... - per citare Delfini, Pagliarani, Celani
(vedi Il verso che viene dal video. Il video che viene dal verso) ...
Mentre Videor di fatto invita al canto, al riso, all'elaborazione, all'impegno di parola.
Rivista multimediale anche per la compresenza di diversi sistemi e supporti tecnici di registrazione e di trasmissione, e per la compresenza di diversi sistemi e linguaggi simbolici di codificazione, secondo una combinatoria testuale che tende ad integrare le loro diverse potenzialità rappresentative semantiche ed espressive - Multimedia 1991.
Sempre dagli Appunti di un Video-editore per delineare il carattere di questo 'mercato lirico' di questa piazza, anzi 'piazzetta' per letture e conversazioni sulla poesia e sui poeti. Le varie fasi dell'edizione puntano a mettere a fuoco lo spettatore di poesia dell'era post-performativa (cinico, distratto, smaliziato, ma con aspettative forti quanto inconsapevoli) per liberarlo da tempi, spazi, logiche filmiche o teatrali e costringerlo nel gioco televisivo dove l'azione della poesia non sia affidata alla rituale 'magia' della lettura poetica, ma alla pervasività del mezzo, della sua sconvolgente ottusità, alla trasparenza della sua rappresentazione, alla banalità e alla estrema naturalezza della sua tecnica. Insomma accendere la telecamera e lasciar fare alla poesia: il video-editor è spettatore e sta a vedere.
Semplice, no?... dagli Appunti di un Video-editore - Orazio Converso - 1989.
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